Elezioni – Fiano e Gutgeld in Parlamento
“Credo non sia stata apprezzata la nostra decisione di sostenere il governo Monti. Una decisione che abbiamo verosimilmente pagato con il travaso di una parte dell’elettorato che ha scelto Grillo”. Così Emanuele Fiano, appena confermato per la terza legislatura consecutiva nelle file del Partito Democratico, analizza per i nostri elettori gli esiti del voto. “Al primo posto, tra gli obiettivi da perseguire, ritengo debba esserci la governabilità del paese. Un elemento – prosegue l’onorevole, responsabile sicurezza del Pd e già presidente della Comunità ebraica di Milano – che non possiamo in alcun modo mettere a rischio anche perché i mercati speculativi percepiscono, come stiamo vedendo in queste ore, i momenti di incertezza politica”. Plausibile pertanto un confronto con il Movimento Cinque Stelle su alcuni temi forti dove le convergenze, sottolinea Fiano, non sono da escludere: “Per il bene del paese è giusto che si provi ad aprire un dialogo con i grillini. Sta già accadendo in Sicilia d’altro canto”. Uno scenario che si augura anche il collega di partito, l’italo-israeliano Yoram Gutgeld, dirigente di Mc Kinsey e collaboratore di Matteo Renzi nella campagna per le primarie, che grazie all’ottima posizione in lista in Abruzzo fa per la prima volta il suo ingresso a Montecitorio. “Il mio auspicio è che possiamo trovarci un accordo con Grillo su alcuni punti specifici. Un’opzione – commenta – senz’altro preferibile rispetto alle altre due possibilità: un’alleanza con il centrodestra o nuove elezioni”. Primo israeliano a diventare parlamentare della Repubblica italiana, Gutgeld – tra gli organizzatori del grande evento milanese Unexpected Israel – si dice emozionato per l’opportunità concessagli. “Mi avvicino a quest’esperienza con entusiasmo e con la speranza concreta di poter dare una mano sul versante economico e nei rapporti tra Italia e Israele. Oggi – ci spiega – inizia un nuovo capitolo della mia vita”. Estremamente complesso e diversificato l’impegno dei numerosi iscritti alle Comunità ebraiche italiane presentatisi alla prova del voto. Parlamento sfiorato da Giorgio Sacerdoti, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, quinto nome nella lista di sostegno a Mario Monti nel collegio Lombardia 1 per la Camera. Nella sua circoscrizione tre i candidati che sono stati accreditati alla formazione centrista. Sempre alla Camera quorum del 4% non superato per il gruppo Fare per fermare il declino che tra gli altri schierava in posizioni significative Alberto Saravalle (numero due in Lombardia 1) e Vito Kahlun (al nono posto per Lazio 1). Il risultato deludente dei Moderati in rivoluzione di Giuseppe Samorì che fanno parte della coalizione di centrodestra esclude da Montecitorio Renato Spizzichino, quarta scelta nel collegio Lazio 1. Non sarà parlamentare neppure Sharon Nizza, esponente della comunità degli Italkim (gli italiani di Israele), candidatasi con il Popolo delle Libertà nella circoscrizione estero Africa-Asia-Oceania. A vincere la competizione in modo abbastanza netto è il centrosinistra, che si aggiudica l’unico seggio in palio. Per quanto riguarda Palazzo Madama niente da fare per Cesare Lampronti, nono in lista con il Pdl nel Lazio, e per il deputato uscente Alessandro Ruben, quarta opzione con Monti in Puglia. Nel Lazio il centrodestra porta infatti a casa sei seggi. In Puglia i centristi appena uno.
Adam Smulevich – twitter @asmulevichmoked
(26 febbraio 2013)