Israele – Iniziata la missione di Obama

“Tov Lihyot Ba’Aretz”. “È fantastico essere qua”: queste le prime parole pronunciate (in ebraico) da Barack Obama una volta sbarcato in Israele. Ad accoglierlo, all’aeroporto Ben Gurion, il capo di Stato Shimon Peres e il primo ministro Benjamin Netanyahu. Esaurita la fase ufficiale dei saluti, caratterizzata comunque da importanti enunciazioni (“We stand together”, ha affermato Obama ribadendo il nesso indissolubile che lega Israele e Stati Uniti) il via a tre giorni di impegni che potrebbero dare una svolta decisiva al futuro del Medio Oriente. L’attesa, dei media, dell’opinione pubblica internazionale, è altissima. Anche se l’ottimismo, come si evince da vari segnali, non è sentimento dilagante tra le popolazione. Ne dà una prova Maurizio Molinari sulla Stampa oggi in edicola raccogliendo gli umori di un luogo multiculturale e altamente significativo come il mercato di Gerusalemme. Da parte sia israeliana che palestinese la fiducia nei confronti di Obama e della sua capacità di influenzare il processo di pace sembra infatti depotenziata rispetto al passato.
Preparata scrupolosamente nei minimi dettagli, la missione affronterà alcuni nodi di vitale importanza per la regione. Tra i vari appuntamenti della giornata Obama ha visionato una batteria del sistema di difesa antimissile Iron Dome per essere poi condotto in elicottero a Gerusalemme dove, a partire dal primo pomeriggio, intratterrà colloqui privati con Peres e Netanyahu. Al centro del confronto i punti caldi dell’agenda mediorientale con particolare attenzione alla minaccia costituita dal programma di rafforzamento nucleare iraniano. Domani Obama sarà in Cisgiordania per incontrare i vertici dell’Autorità Nazionale Palestinese. Venerdì invece colloqui, tra gli altri, con re Abdullah II di Giordania. Sabato il ritorno a Washington.

(20 marzo 2013)