L’ebraismo tra fede e dialettica
“La pratica dell’interpretazione è estremamente radicata nella psicanalisi, come lo è anche nel pensiero ebraico”. Ad affermarlo lo studioso Sisto Vecchio nell’ambito della conferenza sul tema La fede nella tradizione ebraica e lo spirito critico della psicoanalisi cui ha partecipato insieme al presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana rav Giuseppe Laras. “L’essere un sistema che resta sempre aperto, che non crea dogmi, ma anzi da sottoporre a sempre nuove discussioni e a nuovi stimoli interpretativi – ha proseguito – è qualcosa che accomuna la psicanalisi, spesso definita proprio come scienza congetturale, e la cultura ebraica, che sul dibattito fonda la sua tradizione”. Un approccio confermato da rav Laras. “Nell’ebraismo – ha infatti aggiunto – c’è sempre stata molta liberà di pensare, di dire, ma anche di negare, persino l’esistenza stessa della divinità, senza mai correre il rischio di venire esclusi dalla comunitá e forse questo ha costituito un terreno fertile per lo studio della psicanalisi da parte di esponenti del mondo ebraico”. L’analisi di come sia la tradizione ebraica sia la psicoanalisi si rapportino al problema della fede è stato affrontato da entrambi gli ospiti attraverso la descrizione di alcune figure paradigmatiche. Nel caso della tradizione ebraica, rav Laras si è soffermato lungamente sulle figure dei profeti, prendendo come esempi Noè, Abramo e Jona, e analizzando il loro rapporto diretto con Dio e i modi diversi in cui questo si é costituito, soprattutto in relazione anche al rapporto di questi tre personaggi con gli altri uomini. Per quanto riguarda invece la psicanalisi, protagonista indiscussoè Freud, che al tema della religiosità si è dedicato per molto tempo e con molta inquietudine. La sua definizione della religione come un’illusione, e della fede come atto al confine fra il conscio e l’inconscio, lascia il problema aperto. “Una possibile soluzione – ha spiegato rav Laras – la dà però il termine ebraico per indicare la fede, che libera da molti equivoci. Il primo significato di questa radice è infatti quello di essere forte. L’atto di fede va dunque considerata come qualcosa che richiede solidità e forza ma allo stesso tempo dà solidià e forza”. Primo di di una serie di appuntamenti ospitati dalla Casa della Cultura e organizzati dal Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti, l’incontro ha avuto come moderatore lo psicanalista Giuseppe Pellizzari.
Francesca Matalon – twitter @MatalonF
(20 marzo 2013)