Voci a confronto
Stati Uniti sotto choc. Torna l’incubo terrorismo con il duplice attacco alla maratona di Boston. In attesa di chiarimenti sulla matrice – terrorismo interno, attacco qaedista? – l’America è unita nel dolore e nella preoccupazione. “Non c’è stato ieri sera un newyorkese, bostoniano, washingtoniano, un americano – scrive Vittorio Zucconi su Repubblica – che non sia rientrato a casa chiedendosi se sul treno, sul ponte, sulla strada ci fosse, come per i soldati in Afghanistan, un ordigno pronto a esplodere”. Rivolgendosi a tutto il paese Obama ha detto: “Non abbiamo ancora risposte, ma di una cosa sono sicuro: troveremo i colpevoli”.
Su Avvenire Giorgio Pressburger denuncia il malessere provato relativamente a quanto uscito in questi giorni sulla figura di Giorgio Perlasca. Un argomento che lo interessa in prima persona, essendo chi scrive uno dei tanti ebrei salvati dal Giusto tra le Nazioni padovano. “Quando ho letto le polemiche rivolte contro Giorgio Perlasca – scrive – ho provato un senso di sgomento e di rabbia sorda, nera, da espellere urgentemente dalla propria anima”.
Gad Lerner (Repubblica) e Paolo Mieli (Corriere) anticipano l’uscita nelle librerie dell’ultimo scritto di Sergio Luzzatto, “Partigia. Una storia della Resistenza” (Mondadori). Un denso scritto che sta già suscitando reazioni e che racconta “il segreto brutto” custodito da Primo Levi e dai suoi compagni di lotta partigiana: la fucilazione di due membri della banda “colpevoli di essersi comportati male con i valligiani e di aver rubato”. Nel suo intervento Gad Lerner esterna non poche perplessità in merito al lavoro di Luzzatto: “Quali conseguenze – si chiede – dovremmo noi osare trarne, vincendo il disagio e abusando dell’indiscrezione, sulle scelte di vita (o perfino di morte) di Primo Levi? Stiamo parlando di un intellettuale sempre misurato nei suoi giudizi storici, a costo di tenersi dentro il suo tormento, proprio perché sentiva il dovere di restituire un giusto senso delle proporzioni agli avvenimenti immani di cui era stato testimone. Quel trauma vissuto prima della deportazione, trentadue anni dopo inciso sinteticamente ma senza autoindulgenza nel Sistema periodico, Levi aveva buone ragioni per ritenere non dovesse schiacciare la prospettiva della sua opera complessiva”. Sempre su Repubblica, in un differente articolo, si racconta il caso editoriale che riguarda lo stesso Luzzatto, autore di punta Einaudi temporaneamente prestato a Mondadori.
Sul Corriere, rispondendo a un lettore, Sergio Romano parla dell’amicizia tra cristiano-sionisti e movimenti pro-Israele. “Oggi – scrive– i cristiano-sionisti sono particolarmente forti negli Stati Uniti dove molti evangelici (complessivamente circa 70 milioni) credono nella seconda venuta del Cristo, annunciata da Giovanni nell’Apocalisse, e sono convinti che avverrà soltanto quando gli ebrei avranno ripreso possesso della Terra promessa. Gli evangelici credono altresì che gli ebrei dovranno allora convertirsi al cristianesimo o soffrire eternamente le pene dell’inferno. Ma negli amichevoli incontri fra i cristiano-sionisti e la lobby filo-israeliana degli Stati Uniti questo particolare viene generalmente omesso”.
A Roma, al teatro Valle, si aprono questa sera le commemorazioni per il 69esimo anniversario del rastrellamento del Quadraro in cui oltre 1500 cittadini furono catturati e di questi un migliaio deportati in Germania affinché lavorassero nelle fabbriche naziste. A darne notizia, nel dorso romano, il Messaggero. A Milano manifestazione anti-degrado per gli abitanti di Viale Ungheria e dintori. Nel mirino, come riporta il Giornale, “furti e aggressioni” subiti da residenti del vicino campo rom con scarso interessamento, questa la loro denuncia, da parte delle autorità comunali.
(16 aprile 2013)