Mantova – Dopo sette anni le scuse della Voce

La Voce di Mantova ha pubblicato ieri in prima pagina, dopo una lunga e dolorosa vicenda che ha impegnato la locale Comunità ebraica e l’UCEI in una causa contro la stessa testata trascinatasi per più di sette anni, un testo a firma Romano Gandossi, direttore responsabile del quotidiano, e Francesca Pancera, presidente della Società Cooperativa Vidiemme, suo editore. L’esplicito titolo “Le scuse della Voce alla Comunità ebraica di Mantova” si riferisce alla sentenza di secondo grado con cui la Corte d’Appello di Brescia si è definitivamente pronunciata, nel dicembre 2011, riguardo alla causa civile intentata in seguito alla pubblicazione, sulla Voce, di articoli e lettere di contenuto pesantemente offensivo nei confronti degli ebrei. All’interno del giornale, con una motivazione lunga e dettagliata, viene riportata integralmente la sentenza, a cui il giornale – come evidenziato in prima pagina – ha ottemperato solo parzialmente, grazie alla disponibilità dei responsabili della comunità ebraica mantovana che hanno accettato una transazione tale da dimezzare gli importi loro dovuti e acconsentito alla pubblicazione della sentenza sulla testata riducendo i costi per il giornale. Oltre alle motivazioni, in prima pagina si dà risalto anche al seguente passaggio: “Al testo della sentenza pubblicato in pagina interna facciamo dunque precedere, con il dovuto risalto, le nostre più vive scuse, seppur tardive, che intendono riconoscere pubblicamente le ragioni della Comunità ebraica mantovana e italiana. Con esse ci è data l’occasione di porre riparo a una grave ferita inferta su queste pagine alla Comunità ebraica ed esprimere la volontà di costruire un rapporto nuovo di dialogo e rispetto”. Idea ripresa anche all’interno, ove si aggiunge che “si è trattato di episodi di intemperanza, usciti dal seno ma non dal senno, verso i quali la redazione e la società editrice ha mancato nell’esercizio e nell’organizzazione del controllo e delle doverose reprimenda. Fatto anche questo di cui intendiamo qui scusarci e, oltre a ciò, esprimiamo la nostra volontà di costruire un rapporto nuovo di dialogo con la Comunità ebraica nel riconoscimento del suo ruolo culturale nella storia di Mantova e come riferimento per un più avanzato confronto di idee.” Angelica Bertellini, consulente giuridica per l’appello e fino a pochissimo tempo addietro anima ed esperta legale di Articolo 3, l’osservatorio sulle discriminazioni di Mantova, il cui attento lavoro di monitoraggio sulla stampa lombarda effettuato in collaborazione con l’UCEI è anche una conseguenza della causa in questione, ha così commentato: “Resta la perplessità rispetto a quanto è accaduto, ma questa sentenza – aldilà della mediazione accordata – entra nella storia del diritto antidiscriminatorio; le ‘intemperanze’ sono state definite per quello che sono: antisemitismo, un reato”.

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(23 aprile 2013)