Voci a confronto

Nuova polemica sul Movimento Cinque Stelle. Marcello De Vito, candidato grillino al Campidoglio, annuncia che non sarà presente in piazza per i festeggiamenti del 25 aprile “per sottrarsi alle solite commedie di chi vuole strumentalizzare la ricorrenza” (Corriere, tra gli altri). Una posizione che scatena immediatamente un serrato dibattito sul forum cittadino dei Cinque Stelle. Vito Crimi, capogruppo al Senato: “Ci siamo chiesti, dopo tutto quello che è accaduto in questi giorni, quale sarebbe stato il modo migliore per festeggiare il 25 aprile 2013. Un 25 aprile, festa della Liberazione, che avremmo voluto festeggiare con l’elezione a presidente della Repubblica di Stefano Rodotà”.
Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo invita alla riscoperta dei valori fondanti di questa ricorrenza e della Costituzione repubblicana con parole di critica molto forti verso una determinata area politica. “Persone venute da quel grande movimento di Liberazione – scrive – hanno redatto, punto per punto, il testo della Costituzione italiana, che è la realizzazione e la garanzia della libertà ritrovata e che è ogni giorno sotto attacco, a cominciare dai tentativi continui di devastazione di Berlusconi e del berlusconismo”. Non c’è niente da dimenticare in questa nostra Storia, riflette Colombo: “La difesa della libertà e la difesa della Costituzione sono un impegno e un dovere che continuano. E abbiamo bisogno di coinvolgere in questa battaglia tutte le persone giovani che riusciremo a raggiungere”.
“Serve una memoria condivisa per ricordare chi morì in libertà”. È l’appello del sindaco di Roma Gianni Alemanno alla vigilia del corteo che oggi arriverà a Porta San Paolo e al quale non è stato invitato in quanto ospite non gradito. “Spero che giungeremo a un momento in cui, come già accade alle Fosse Ardeatine e al museo di Via Tasso, tutti possano partecipare pacificamente al corteo che ogni 25 aprile si muove fino a Porta San Paolo. Ho sempre evitato di partecipare – scrive in una lettera pubblicata sul Corriere Roma – solo per evitare incidenti e forme di contestazione incivili”.
Indagine della Procura di Tivoli sul mausoleo di Affile dedicato alla figura del criminale fascista Rodolfo Graziani. Sul sindaco Ercole Viri e su due assessori del comune ciociaro l’ipotesi di reato per apologia del fascismo a pochi giorni dalla sospensione del finanziamento da parte del neo presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Viri si difende dicendo che in quel monumento e nell’area adiacente non ci sarebbe nessun riferimento al fascismo (Repubblica Roma).
“Partigiani e Costituzione sotto il fuoco amico”. Questo il titolo di apertura di quattro pagine speciali del Manifesto. Al centro dell’intervento dello storico Claudio Vercelli le polemiche inerenti la recente pubblicazione del volume Partigia (Mondadori) in cui Sergio Luzzatto sembra scavare in modo sproporzionato e sensazionalistico nelle memorie meno felici della vicenda partigiana di Primo Levi. “Che del libro di Luzzatto si debba parlare in termini di prodotto pubblicistico lo attestano tanti fatti – spiega Vercelli – a partire dallo scalpore suscitato dalle polemiche fin qui prodottesi, dalle prese di posizione preventive (senza averne letto neanche una pagina), dai rituali di accuse e risposte, fino al ripetuto fuoco di fila tra coloro che ci vedono un grande libro («una pietra miliare della letteratura», recita ancora il Corriere) e altri che lo condannano come un’operazione revisionista tout court”.
Ricordato ieri a Roma, nell’aula magna del liceo Renzo Levi, il 98esimo anniversario del genocidio del popolo armeno (Messaggero Roma). “Occuparsi degli stranieri – afferma il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici – è da sempre un precetto ebraico, un compito, un comandamento. Ricordare quello che è successo alla popolazione armena è un dovere come cittadini italiani e come ebrei sensibili agli angoli più bui della storia del Novecento”. Per l’occasione piantati alcuni alberi in Israele in collaborazione con il Keren Kayemeth LeIsrael.
Sul Giornale Fiamma Nirenstein torna a parlare del duplice attentato di Boston e della conversione integralista alla Jihad di Tamerlan Tsarnaev. Un episodio specifico che le serve per inquadrare in una prospettiva globale la minaccia dei cattivi maestri che trasformano i giovani in fanatici. “I cattivi maestri – denuncia Nirenstein – sono narcisi che adorano la loro carica eversiva. Tra i più importanti Noam Chomsky, un ebreo antisemita che dal suo scranno universitario negli Usa sbraita contro il potere americano e israeliano. Non è un caso che Beppe Grillo lo citi spesso. Chissà se lo ha mai letto”.

(25 aprile 2013)