Un secolo di vita con Lea Sestieri
Lea Sestieri nasce a Roma il 31 maggio 1913 da Sabatino Settimio e Margherita Toscano. Il padre, insegnante di ragioneria negli istituti superiori, collaborava con suo zio Giuseppe Pitigliani, che ha donato alla Comunità ebraica di Roma quel palazzo nel quale ha ora sede il Centro ebraico italiano. Sabatino e Margherita misero al mondo cinque figli: Virginia, Aldo, Felicita, Lea, Giuseppe. La famiglia abitava in via Catalana, accanto al Tempio Maggiore. Lea frequenta il Liceo Visconti, poi si iscrive nel 1931 alla facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza, specializzandosi in lingue semitiche. Suo professore all’Università era Umberto Cassuto, che propose alla brillante studentessa di seguire anche i suoi corsi al Collegio Rabbinico Italiano. Fu così che Lea, come uditrice, divenne la prima donna a frequentare i corsi del CRI, collaborando anche come bibliotecaria. Laureatasi nel 1935, l’anno successivo si sposa con Umberto Scazzocchio, allora Segretario della CER. I due giovani si erano incontrati proprio in quell’edifico di lungotevere Cenci che allora ospitava entrambe le istituzioni. Nel 1936 i giovani sposi si trasferiscono in Eritrea, dove Umberto lavora come avvocato e Lea insegna Lettere al Liceo italiano di Asmara. Viene anche nominata Conservatrice dei manoscritti etiopici della Biblioteca statale. Nel 1938 nasce il figlio Claudio, proprio nel momento in cui, con l’entrata in vigore delle leggi razziste, Lea viene licenziata e Umberto può lavorare solo collaborando di nascosto con un “ariano”. Il fratello Giuseppe, che era già emigrato in Uruguay, procura loro un visto, e così gli Scazzocchio riescono a raggiungerlo nel 1941: partendo da Roma in treno, attraversano la Francia di Vichy e la Spagna di Franco, giungono in Portogallo e da lì riescono ad imbarcarsi. Anche gli altri membri della famiglia riescono a salvarsi: Virginia (maritata Della Seta) a Montevideo, Felicita (maritata Pisterman) a Buenos Aires. Aldo era stato inviato al confino a Gorgoglione in Basilicata, i genitori sono nascosti nella campagna ciociara. Nel dopoguerra, dopo la morte dei genitori, Aldo ‐ che si era trasferito a Isola Liri per occuparsi della cartiera di famiglia ‐ decide di dare la casa di via Catalana alla Comunità. E’ la casa in cui vive ancora oggi un’altra grande personalità dell’ebraismo italiano: rav Elio Toaff. Con una lettera di presentazione di padre Giuseppe Ricciotti, che era stato suo insegnante alla Sapienza, Lea ottiene una cattedra di Lingua e letteratura greca all’Università di Montevideo e si dedica a una straordinaria attività di insegnamento di Bibbia e cultura ebraica in diverse istituzioni. Fonda e dirige la rivista sefardita Amanacer. Umberto, che era stato vicepresidente di Italia libera (l’associazione degli esuli antifascisti), nel dopoguerra crea due programmi radiofonici molto seguiti: un notiziario e un programma di cultura italiana. Inizia inoltre una carriera consolare che lo porterà in seguito in Brasile, Argentina e Svizzera. Oltre a insegnare all’Università, Lea collabora con l’Adei Wizo, tenendovi numerose lezioni e conferenze, e partecipa a molti incontri di dialogo ebraico‐cristiano. Collabora anche con Monsieur Chouchani, uno dei più misteriosi personaggi dell’ebraismo novecentesco, venerato maestro di Talmud di Emmanuel Levinas ed Elie Wiesel, che lo hanno ricordato con rispetto e commozione. Per due anni, nel 1968‐ 70, Lea insegna Lingua e letteratura greca all’Università di Beer Sheva (allora non ancora indipendente dall’Università di Gerusalemme) e anche italiano all’Università di Tel Aviv. Poi per un decennio lei e il marito si trasferiscono a Locarno. Nel 1979 rientrano in Italia. Umberto muore nel 1981, Lea riceve un incarico di insegnamento – Ebraismo postbiblico – presso la Pontificia Università Lateranense, dirige la collana Radici per la Casa editrice Marietti, è tra i fondatori dell’Amicizia ebraico‐cristiana di Roma, collabora con la Rassegna mensile di Israel, partecipa ai colloqui ebraico‐cristiani di Camaldoli, tiene conferenze all’Adei, al Sidic, agli incontri del Sae, scrive libri e pubblica articoli e recensioni. Per festeggiare Lea, numerosi alberi sono stati piantati in Israele dall’Aec, di cui Lea è presidente onoraria, dalla federazione delle Aec in Italia, dai colloqui di Camaldoli, dal Sae, da tanti amici. Molti sono anche coloro che, da varie parti del mondo, hanno fatto pervenire i loro auguri.
Marco Morselli – Italia Ebraica, giugno 2013
(31 maggio 2013)