Qui Milano – Scuola, casa di tutti

Distribuito all’entrata, un sacchettino di tessuto arancione era il kit con tutto il necessario per partecipare al World Meeting degli alumni della scuola ebraica, la festa organizzata dalla Fondazione per la scuola della Comunità ebraica di Milano per inaugurare l’Associazione Alumni. All’interno, una serie di fogli colorati che illustrano tutti i progetti della Fondazione, incentrati sulla qualità e sulle opportunità, per migliorare una scuola che ieri ha celebrato i suoi 75 anni. “Non è certo un festeggiamento, perché ricordiamo che la scuola è nata in una circostanza tragica, quella delle leggi razziste del ’38”, ha precisato il presidente della Fondazione Marco Grego. “Dobbiamo invece cogliere l’aspetto costruttivo, sostenendo le iniziative che puntano a un’eccellenza sempre maggiore”. Eccellenza che ha portato i suoi ex alunni in dieci Paesi diversi, per poi riunirli in un giardino affollato di più di mille persone, dai novanta ai vent’anni, in una giornata di sole e di festa. E così, fra incontri di vecchie conoscenze, mai cambiate o forse riconosciute solo per il cartellino col nome appeso al collo dei partecipanti (questo è un mistero destinato a non essere mai svelato), e con un pranzo che ha portato tutti i catering kasher della città a offrire contemporaneamente le loro diverse specialità, la mattinata è stata scandita dal richiamo urlato dagli altoparlanti per scattare le foto di gruppo, di decennio in decennio. “Oggi siamo tanti ed è stato difficile cercare tutti – ha osservato Grego – Per farlo abbiamo radunato un centinaio di ambasciatori e abbiamo proceduto con il passaparola, ma mancano ancora molte altre persone all’appello, che bisogna fare di tutto per trovare”. Con il duplice scopo di favorire quel forte sentimento di coesione sociale ma anche di solidarietà tipico della Comunità ebraica, cercando di sviluppare rapporti culturali e professionali fra gli alumni, perché “la scuola della Comunità ebraica è casa nostra”, come ha sottolineato il presidente Walker Meghnagi, che ha portato i suoi saluti dopo la premiazione degli studenti che si sono maggiormente distinti nell’ultimo anno scolastico. Per chiudere una giornata di rievocazioni, nessuno poteva essere più adatto della professoressa Paola Sereni, che è stata l’insegnante per 35 e poi preside della scuola che nessuno ha mai dimenticato. E che ha spiazzato tutti quelli che si aspettavano una lezione su Dante: “In questa che non voglio chiamare lectio magistralis, bensì una chiacchierata con i miei ex allievi, ho deciso invece di condividere alcune citazioni e letture che abbiano in sé la leggerezza, la qualità più straordinaria che si possa dare a un testo letterario, che non equivale a superficialità o frivolezza, ma consiste nell’avere un tocco magico”. E così, in un breve viaggio fra gli autori e le epoche, la professoressa ha incantato il pubblico attraverso la poesia, “che rivela molte più cose di quelle che dice”, riuscendo a esprimere contemporaneamente amore e malinconia, proprio attraverso paragoni come quelli di Umberto Saba “alle nubi, insensibili nubi che si fanno e disfanno in chiaro cielo; e ad altre cose leggere e vaganti”.

Francesca Matalon

(3 giugno 2013)