Voci a confronto
Due elementi in primo piano sui giornali: iniziative e riflessioni legate al digiuno per la pace promosso da papa Francesco e il ricordo dell’8 settembre 1943, di cui cade il settantesimo anniversario.
Sul Corriere della Sera, un articolo è dedicato al significato del digiuno in diverse religioni, compreso l’ebraismo, in cui il riferimento è in particolare allo Yom Kippur. Sempre sul Corriere, l’editoriale di prima pagina firmato da Ernesto Galli Della Loggia approfondisce il ruolo della guerra nella storia dell’Occidente. Il testo integrale del discorso pronunciato dal Pontefice è pubblicato da Avvenire. Una riflessione sulla guerra nel mondo contemporaneo di Furio Colombo si trova sul Fatto Quotidiano.
Sul Messaggero, il ministro degli Esteri Emma Bonino spiega la posizione dell’Italia dopo la firma del documento al G20. Il punto della posizione europea è contenuto in un articolo di Repubblica. La Stampa propone una riflessione del Segretario di Stato americano John Kerry.
Sull’8 settembre tra gli altri approfondimenti sul Corriere e sul Sole 24 Ore.
Repubblica intervista il ministro Cecile Kyenge sull’integrazione nelle scuole.
Sul Corriere un intervento di Sefy Hendler, senior lecturer di storia dell’arte, all’Università di Tel Aviv, e Tomaso Montanari, professore di Storia dell’arte moderna dell’Università Federico II di Napoli a proposito dell’annullamento del prestito al Museo d’Israele di un capolavoro di Botticelli in seguito alle tensioni con la Siria deciso dal Ministero della Cultura italiano.
“Ci auguriamo che il governo Letta confermi la decisione di non spedire l’opera in Israele: non per gli ipotetici rischi (ben altrimenti gravi!) di un’ipotetica guerra in Medio Oriente, ma per il rispetto dei minimi standard internazionali sulla tutela di opere d’arte delicate. Crediamo profondamente nell’amicizia tra Italia e Israele e nel ruolo che la cultura può e deve avere nel rafforzarla: il nostro stesso, continuo scambio scientifico è un minuscolo tassello di quell’amicizia. Ma siamo convinti che le relazioni culturali tra i popoli non possano essere rafforzati da scambi di singole opere «feticcio» decise dalle diplomazie senza nessun coinvolgimento delle comunità scientifica e anzi imponendo al museo prestatore e al museo ospitante un «evento» del tutto estraneo alla loro vita” scrivono.
(8 settembre 2013)