Voci a confronto
“Vent’anni fa era impensabile che qualcuno si dichiarasse deliberatamente antisemita, oggi invece sembra normale”. Nelle parole di Betti Guetta (Corriere della Sera Sette), ricercatrice del Centro di Documentazione Ebraica di Milano, la preoccupazione per il rischio di derive antisemite nel nostro paese, alla luce dei risultati di uno studio qualitativo sull’immagine degli ebrei in Italia. La ricerca, come ricordato sul Corriere Sette, sarà presentata il prossimo lunedì a Milano nell’incontro I soliti ebrei. Come cambia il pregiudizio senza estinguersi mai.
Giustizia per le vittime della strage di Stazzema. È quanto vorrebbe ottenere l’avvocato Gabriele Heinecke che, dopo l’archiviazione dello scorso settembre da parte della procura di Stoccarda, ha presentato ricorso al Tribunale di Karlruhe. L’obiettivo, spiega a L’Espresso l’avvocato, ottenere i risarcimenti delle vittime e la condanna di cinque gerarchi nazisti considerati responsabili della strage.
Sul Corriere Sette, nel rispondere a una lettrice, la giornalista Mirella Serri ricorda la vicenda di Giuseppe Bastianini, sottosegretario agli Esteri sotto il regime fascista. “Grazie al suo intervento, numerosi ebrei poterono sfuggire alle persecuzioni tedesche e croate o evitarono la deportazione, in molti casi perché vennero internati ad Arbe”, afferma la giornalista.
Richiamando l’agenda internazionale di Matteo Renzi, il Giornale ricorda la visita dello scorso anno del primo cittadino di Firenze in Israele, dove incontrò il premier Netanyahu e il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat. “Israeliano (Tel Aviv) – ricorda il quotidiano – è il consigliere economico di Renzi, Yoram Gutgeld, deputato, consulente della McKinsey. «Su Israele e Palestina Renzi dice cose che neanche tutte le destre messe insieme…», si fece scappare il segretario Pier Luigi Bersani.
Mentre continua a Ginevra il summit internazionale sulla crisi siriana, prosegue il braccio di tra Russia e America. Come riporta Guido Olimpo, sul Corriere della Sera, l’amministrazione Usa non si fida di Assad e del suo assenso a cedere le armi chimiche. Dall’altra parte la Russia mostra i muscoli e Vladimir Putin entra a gamba tesa sul presidente Obama attraverso un editoriale pubblicato mercoledì sul New York Times.
“E’ un testo che sfida Obama su più fronti – sottolinea su La Stampa Maurizio Molinari – perché va ben oltre la riaffermazione della «responsabilità dei ribelli» nell’uso dei gas a Damasco lo scorso 21 agosto”. Milioni di persone in tutto il mondo vedono sempre più nell’America non un modello di democrazia ma di forza bruta che aggrega coalizioni solo sulla base del principio “con me o contro di me”, scrive il presidente russo, contrapponendo la minaccia dell’intervento americano in Siria alla “legalità internazionale” sostenuta “dalle posizioni di molti leader politici e religiosi incluso il Papa”.
(13 settembre 2013)