…vuoti

In periodo di crisi politica, economica e intellettuale è abbastanza naturale che gli Odifreddi e i Vattimo di turno facciano a gara per riempire i vuoti abissali che si sono creati nella nostra società proponendosi come Maestri di pensiero. E quale argomento più vogaiolo del mettere in discussione la sempre traballante tranquillità ebraica? Così si correggono tutti gli squilibri! La nuova moda allora è pararsi a giullari del pensiero paradossale, dell’espressione candida e irriverente dell’enfant terrible nei confronti della storia acquisita, stravolgendo ogni giusta prospettiva. Non si lasciano intimidire questi intrepidi ‘hidalgos de la Mancha’ né dalla realtà della storia né dal dovere dell’onestà intellettuale e propongono paragoni arditi e ottiche parziali. Come difendersi da tanta audacia? Non certo perseguendo penalmente le insinuazioni negazioniste o i falsi paragoni. ‘Pseudodoxia epidemica’ la chiamava qualcuno in tempi antichi: l’abilità di contagiare le menti deboli con il pensiero forte e mistificante di qualche pseudoautorità intellettuale. Nessuna legge può convertire un antisemita in un uomo civile, rispettoso dell’altro e capace di riconoscere la realtà dei fatti, sia che si tratti della Shoah sia che si tratti dell’intricata situazione israelo-palestinese. Rimane solo la speranza di un ritorno alla ragione, scevro da rancorosi eccessi e dalla volontà di riscuotere inimmaginabili cambiali (morali) insolute.

Dario Calimani, anglista

(29 ottobre 2013)