Voci a confronto

rassegnaDecisione sofferta, meditata e definitiva. Così il presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio sulla decisione di sollevare rav Itzhak David Margalit dal ruolo di rabbino capo e di procedere al licenziamento. “Fatto senza precedenti”, scrive il Piccolo nella prima pagina della sezione di Trieste, che poi riporta le parole del presidente Salochio che parla di “una scelta molto meditata, molto sofferta, sottoposta al vaglio della Consulta rabbinica italiana, seguendo il severo statuto dell’Unione delle Comunità ebraiche, decisione sulla quale non torneremo però in alcun modo indietro”. Rav Margalit, rispondendo al quotidiano triestino, dichiara di aver preso provvedimenti contro il licenziamento, consultando la Cgil, ma prima di rilasciare altre dichiarazioni si recherà in Israele per sentire il parere del rabbino capo d’Israele.
Da Roma la notizia dell’assoluzione del professor Roberto Valvo che, come riportano Corriere della Sera e Repubblica, era accusato di aver propagandato idee fondate sulla superiorità razziale e sull’odio nei confronti degli ebrei. Il professore, oggi in pensione ma allora insegnante al liceo artistico Rispetta di Roma, aveva esposto tesi negazioniste in classe e con altri professori, affermando che la “Shoah non è provata”.
“Berlusconi perseguitato come gli ebrei”. L’offensivo paragone del vicepresidente della Lombardia Mario Mantovani ha sollevato molte polemiche in questi giorni. Il diretto interessato ha poi provato a smorzare i toni e, scrive il Corriere, “ha assicurato poi di voler rincontrare la comunità ebraica, non appena fatto ritorno a Milano. Richiesta accolta”. “La volontà di portare a compimento la realizzazione di una foresta dedicata ai Giusti lombardi non può che trovare la massima condivisione da parte nostra”, ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi.
“Israele dovrebbe quindi scomparire dalla carta geografica? La storia produce fatti compiuti che non possono essere cancellati senza provocare danni e ingiustizie ben più gravi di quelli che vorremmo correggere”, scrive Sergio Romano sul Corriere, rispondendo al lettore Franco Cohen che chiedeva all’ex ambasciatore se lei considerava e considera davvero Israele un «corpo estraneo». “Il movimento sionista – continua Romano – ha vinto guerre, risanato terre incolte, creato una florida economia nazionale, dato una casa e un futuro a più del 40% della popolazione ebraica mondiale. Questi sono i «titoli di proprietà» che garantiscono, più di qualsiasi promessa profetica, il suo diritto di esistere”.
Sulle pagine di Libero, la lettera di Vito Kahlun che ritorna sulle parole di Mantovani e di Berlusconi sugli ebrei e sottolinea come “il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, nell’incontro con Mantovani ha chiesto di portare i saluti «all’amico» Silvio. E tra gli israeliani c é addirittura chi, a nord di Tel Aviv, ha deciso di cambiare nome al proprio ristorante: da Bar Gurion a Barlusconi (sui menti «Berlusconi)”. A Tel Aviv c’è dunque un ristorante dedicato all’ex premier italiano Berlusconi”.
Inchiesta del Corriere dello Sport sul razzismo degli stadi dal significativo titolo “i più razzisti siamo noi”.
Politica interna, su la Stampa l’intervista al parlamentare Pd e consigliere economico di Renzi Yoram Gutgeld.

(13 novembre 2013)