…banalità

“Eichmann non è propriamente mosso da un intento criminale. Voleva prendere parte al potere. Voleva dire ‘noi’. E già questo voler prendere parte al potere e dire ‘noi’ fu più che sufficiente a rendere possibile i peggiori crimini in assoluto” Così Hannah Arendt nell’intervista che concede a Joachim Fest nel novembre 1964 (si trova nel volume Hannah Arendt – Joachim Fest, ‘Eichmann o la banalità del male’, edito da Giuntina, volume su cui rifletteremo a Bookcity, domenica prossima 24 novembre).
Questa è la banalità del male: non farsi mai domande sul potere di cui si è funzionari; eseguire i suoi ordini adottando le soluzioni migliori e più efficaci; trovare la giustificazione; darsi conforto dicendo a se stessi “Non ho perso la mia umanità e ho fatto ciò che si aspettavano da me”. “Lavoro ben eseguito”. “Saubere arbeit”.

David Bidussa, storico sociale delle idee

(17 novembre 2013)