Voci a confronto
Mentre la diplomazia americana cerca di intensificare i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi, il terrorismo continua a preoccupare la società israeliana. Ultimo caso, l’ordigno esploso – fortunatamente senza fare vittime, ad eccezione di un ferito – domenica su un autobus di Bat Yam (a Sud di Tel Aviv). Attacco non rivendicato a cui è seguito il lancio di ieri mattina di un razzo qassam, partito dalla Striscia di Gaza e caduto che nei pressi di una fermata di un autobus ad Ashkelon. Non ci sono feriti (Osservatore Romano).
A distanza di quasi un anno dalla scomparsa di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, la lunga intervista rilasciata a Enzo Biagi nel 2000 ripercorre le tappe salienti della scienziata, tra i protagonisti indiscussi del Novecento italiano e mondiale (Il Fatto Quotidiano). “Lo chiesi anche a Primo Levi. Cosa significa essere ebreo?”, domandava Biagi nell’intervista andata in onda su Rai 1 all’interno della serie Signore e Signori. “Io e lui siamo stati ebrei di complemento – affermò Montalcini – Abbiamo scoperto di essere ebrei quando ci hanno considerato di razza inferiore.
Un lungo silenzio per coprire un passato cupo e vergognoso, con l’adesione al nazismo, la cacciata dei colleghi ebrei, le onorificenze riconosciute ad alcuni gerarchi di Hitler. A distanza di quasi settant’anni la Filarmonica di Vienna apre finalmente i suoi archivi rivelando i legami con il regime nazista e ritirando i sei riconoscimenti conferiti a figure come Arthur Seyss-Inquart, tra i responsabili della Shoah. “Almeno la metà dei membri dei Philarmoniker si iscrissero alla Nsdap, il partito nazista (tra i Berliner Philarmoniker si iscrisse solo uno su cinque). Tutti tacquero quando quindici musicisti ebrei, subito dopo l’annessione con Hitler che arrivò a Vienna accolto da una folla in tripudio, furono licenziati dall’orchestra in virtù delle leggi razziali”, sottolinea Andrea Tarquini su Repubblica.
Guardando alla politica estera, il rapporto tra Israele e Turchia non è certo idilliaco. Negli ultimi anni, anzi, è andato peggiorando. E tra i critici del primo ministro turco Erdogan, per lo strappo con il governo israeliano, c’è Fethullah Gulen. Teologo e oppositore del regime messo in piedi da Erdogan, Gulen ha costruito dal suo esilio americano un esercito di discepoli, sparsi per il mondo, predicando dialogo e moderazione. Sul Corriere della Sera e il Sole 24 Ore un approfondimento su questa figura che sta influenzando sempre di più la politica turca.
Dalla Gran Bretagna, invece, un episodio che coinvolge i celebri grandi magazzini Mark & Spencer svela la complicata situazione dell’integrazione nel paese: tutto nasce dal rifiuto di una dipendente musulmana di vendere a un cliente una bottiglia di champagne in base al divieto presente nell’islam di consumare o distribuire alcolici. Il cliente in questione ha scritto una lettera a un giornale, protestando contro l’applicazione di una legge religiosa e chiedendosi se “se sia mai giusto che nel Regno Unito, in un grande magazzino, si applichi le legge ispirata dal Corano” (Corriere della Sera).
(24 dicembre 2013)