Evgeni Kissin, pianista israeliano
“Sono ebreo, Israele è uno stato ebraico, e da molto tempo sento che Israele, nonostante io non viva lì, è l’unico stato al mondo con cui posso identificarmi pienamente, e le cui storie, i cui problemi, tragedie e il cui destino stesso io possa sentire come mio.
Se come essere umano e come artista posso rappresentare qualcosa per il mondo, il popolo ebraico, e quindi Israele, è l’unico stato sul nostro pianeta che voglio rappresentare con la mia arte e con le mie attività pubbliche, indipendentemente da dove vivo.”
Sono parole contenute nella lettera che Natan Sharansky, presidente dell’Agenzia ebraica, ha ricevuto circa un anno fa da Evgeny Kissin, pianista russo naturalizzato britannico, enfant prodige del pianoforte, salito alla ribalta internazionale ancora adolescente. Kissin, molto noto anche in Italia – è stato recentemente a Roma, per un recital all’Accademia nazionale di Sante Cecilia, dove si era già esibito più volte – è noto, oltre che per la sua bravura, per avere un repertorio vastissimo e per il prestigio dei musicisti e delle formazioni con cui si è esibito.
Vive fra la Francia e la gran Bretagna, ma la sua richiesta non è parsa fuori luogo: il pianista russo naturalizzato britannico da sempre coglie ogni occasione per difendere Israele, e avere il passaporto israeliano lo avrebbe posto in condizioni di diventarne un ambasciatore ancora più efficace.
Natan Sharanski sì è mosso immediatamente, e un paio di settimane fa l’artista di origine russa, naturalizzato britannico e residente fra Gran Bretagna e Francia ha ricevuto anche il passaporto israeliano, direttamente dalle mani del ministro per l’Integrazione degli immigrati, Sofa Landver.
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(25 dicembre 2013)