Voci a confronto
Anti-sistema, anti-semita. Per Nicolas Anelka, il giocatore francese che in una partita di Premier League ha esultato esibendo la “quenelle”(saluto romano rovesciato inventato dal comico antisemita Dieudonné), si tratta di un gesto antisistema. Accusarlo di antisemitismo o razzismo sarebbe “ridicolo”, scrive Anelka su twitter, che sottolinea come il gesto fosse una dedica all’amico Dieudonné (La Stampa). Lo stesso amico che poche settimane fa attaccando un presentatore radiofonico di origine ebraica ha affermato, “quando ascolto Patrik Cohen mi dico, le camere a gas… peccato!”. Come ricorda l’Unità, nei suoi spettacoli – in Francia sempre meno teatri sono disponibili ad ospitarli – Dieudonné M’bala M’bala ha spesso fatto affermazioni negazioniste, celebra il regime iraniano e porta sempre con sé una sciarpa regalatagli da un alto dirigente di Hamas. Nel mentre fa l’occhiolino al Front National dei Le Pen, il partito xenofobo e populista sempre più in ascesa in Francia. L’amico antisistema di Anelka.
Dopo le tensioni sul confine con la Striscia di Gaza, le preoccupazioni per Israele arrivano da nord con il lancio di cinque razzi katyusha dal Libano meridionale in direzione Alta Galilea (La Nazione – Carlino – Giorno) . Uno solo dei razzi ha colpito il territorio israeliano senza fare danni né vittime ma è il segnale di un pericolo più ampio, in cui l’estremismo, in questo caso dei Hezbollah, vuole destabilizzare un’area già in precario equilibrio.
Sul fronte dei difficili colloqui di pace tra israeliani e palestinesi, la Gazzetta del Mezzogiorno titola “Israele si spacca sulla Valle del Giordano”: scontro infatti all’interno del governo israeliano sulla presentazione di una bozza di legge “relativa all’estensione della legge israeliana nella Valle del Giordano ad una ventina di villaggi agricoli dove risiedono complessivamente 15 mila ebrei”. Una proposta che secondo Tzipi Livni, leader di Ha-Tnuah, è “irresponsabile” mentre secondo il capo dei negoziatori palestinese Saeb Erakat una decisione del genere “metterebbe fine l processo di pace”.
Grave la situazione in Russia, dove a distanza di poche ore dall’attentato di ieri, la città di Volgograd si è svegliata di nuovo con l’orrore del terrorismo. Una donna kamikaze si è fatta saltare su un filobus, uccidendo 17 persone. Su Repubblica il volto di chi si cela dietro agli attentati: il Bin Laden Russo Umarov, che rivendica l’indipendenza del Caucaso e mette in pericolo la sicurezza russa con l’obiettivo mirato verso le Olimpiadi di Sochi, che si terranno tra poche settimane.
Altra situazione molto complessa, da cui sembra impossibile uscire è quella siriana. La guerra civile ha prodotto decine di migliaia di morti e milioni di profughi ma Assad non vuole retrocedere e, all’opposizione, l’estremismo islamico sta pendendo sempre più piede nel nord del paese (Corriere della Sera). Quali sono le prospettive per la Siria per il prossimo anno? E quali quelle del resto dei paesi arabi? Un quadro prova a darlo Tahar Ben Jelloun su Repubblica.
(30 dicembre 2013)