segni…

Contrariarmente a quanto siamo abituati a pensare, i nostri segni e i nostri simboli non servono sempre e soltanto per rappresentarci agli altri. Nella storia dell’Esodo è detto che: “…il sangue (spalmato sulle porte delle case degli ebrei per salvarsi dalla decima piaga) sarà per voi come segno…” (Shemòt, 12; 13). Rashì, nel suo commento, sottolinea che il segno deve essere “per voi”, e non per gli altri, chiarendoci che questo sangue, in verità, non sarebbe stato neppure visibile ai passanti. Non è pensabile trasmettere ad altri i nostri segni se prima non impariamo a decodificarli al nostro interno.

Roberto Della Rocca, rabbino

(7 gennaio 2014)