Voci a confronto
Emanata dal ministro dell’Interno francese Manuel Valls una circolare in cui raccomanda ai sindaci e ai prefetti francesi di valutare se, “tenuto conto delle esigenze di ordine pubblico”, non sia opportuno vietare gli spettacoli del comico Dieudonnè, recente ideatore di un saluto antisemita riproposto dal calciatore Nicholas Anelka dopo una marcatura. Un provvedimento significativo ma che porta con sé anche alcuni rischi. “Gli spettacoli di Dieudonnè sono ignobili – osserva Stefano Montefiori sul Corriere della sera – ma la censura potrebbe ancora una volta fare il suo gioco, rendendogli più facile recitare la parte del martire”.
La soluzione della crisi siriana al centro dell’agenda statunitense. Con la radicalizzazione della posizione saudita sembrano allo studio altre “sponde” diplomatiche. Così si finisce per guardare sorprendentemente all’Iran. “Col regime di Teheran il dialogo resta difficilissimo – scrive Massimo Gaggi sul Corriere – ma gli americani cercano di dimostrare che, se rinuncia al suo radicalismo e cerca di giocare un ruolo costruttivo, per l’Iran si apre la possibilità del riconoscimento del suo ruolo come potenza regionale”.
In Israele intanto nuova manifestazione di piazza a Tel Aviv per gli immigrati africani che protestano contro la legge “anti-asilo”. Tre i giorni di sciopero indetti dai leader della protesta. “Manifestazioni e scioperi non serviranno”, ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu. Altri esponenti del governo, rileva Avvenire, hanno annunciato che la legge non sarà modificata.
Prestigioso riconoscimento per il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. Foreign Policy l’ha infatti inserita tra i cento pensatori più influenti “che hanno contribuito a cambiare il mondo nel 2013”. Nella motivazione si dà conto delle ripetute offese a sfondo razziale subite dal giorno del suo insediamento: “Come primo ministro italiano nero, Cécile Kyenge ha sopportato abusi inimmaginabili. È stata paragonata a una prostituta e un orango; le hanno tirato addosso le banane e hanno piazzato manichini insanguinati fuori dalle sale dove parlava; le è stato detto che sarebbe una grande donna di servizio. Un politico locale le ha persino suggerito che doveva essere stuprarla”(La Stampa).
In Lombardia prosegue lo scontro tra centro-sinistra e centro-destra relativamente alla costruzione di una nuova moschea a Milano. “Il tema è sempre di attualità – sottolinea il Giorno – visto che il sindaco Giuliano Pisapia, durante la campagna elettorale delle Comunali del 2011, aveva promesso che Milano avrebbe avuto una moschea entro l’Expo 2015”.
È boom, in Asia, di simbologie e gadget neonazisti. Un fenomeno inquietante sul quale oggi riflette Anna Foa su Avvenire. Molte le domande aperte. “Si tratta – si chiede la storica – di una moda alternativa, venata di istanze anticonformiste e forse anche antioccidentali, di niente di più che un fenomeno di costume, destinato a sparire in breve tempo, sostituita da altre mode e da altri richiami? O è qualcosa di più di questo, un simbolismo che si afferma in società che hanno avuto con la democrazia un rapporto assai meno forte delle nostre e che trova nella lontananza stessa dalla Shoah e da quello che ha rappresentato per l’Europa la ragione della sua fortuna?”
“Chi dice che per contrastare il negazionismo occorre l’educazione e non la legge, sta mentendo; ben sa che nessuno educherà proprio nessuno, non solo perché è impossibile ma anche perché siamo in Italia”. Lo afferma Umberto Silva in un editoriale che appare sul Foglio.
“Gli ebrei decidono pure nel calcio cosa si possa o non possa fare. La quenelle di Anelkà è antisemita, la kippà sulla testa il tributo che si deve pagare per vederli giocare. Caspita, se non è razzismo ‘rovesciato’ questo”. È quanto scrive un lettore de La Notizia. Gravissimo che la testata si sia prestata a questa dimostrazione gratuita di odio.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(7 gennaio 2014)