Tea for two – Fiction
“Una volta trovata la formula che funziona, non si cambia”. Canale5 lo sa bene. Come spiegare altrimenti la serie infinita di fiction propinateci da anni usando dittologie nel titolo tali da far rabbrividire il Petrarca? Gli ingredienti shakerati insieme sono i seguenti: abbondanza di occhioni di Gabriel Garko, profluvi di Manuela Arcuri-barra-Sabrina Ferilli, un pizzico di Giuliana De Sio o Eva Grimaldi ed ovviamente ripetute scene di sparatorie, uscite dalla doccia coperti di vapore ed asciugamani, cattivi che vengono giustificati da problemi di madri (madri prostitute, madri che abbandonano, madri troppo belle, madri angoscianti). Dopo essersi infilati con successo nel filone dei telefilm dalle calate siciliane, bisognava trovare un nuovo collante che permettesse occhioni di Garko e di Arcuri a iosa. Cosa meglio della Seconda Guerra Mondiale? Ecco dunque il mitico Il peccato e la vergogna, fiction in sei puntate che ho guardato ipnotizzata, colpita ed innamorata da tanta trashaggine. Non sono mancati scambi di battute folli come “Oddio semo ebbbrei”, “‘Sti ebbbrei”, “Poracci gli ebbrei” e una sigla agghiacciante nella quale una svastica e una stella di David navigano in un mare di sangue. Ovviamente la cosa più divertente è che ogni tanto gli attori (sempre gli stessi) si confondono e credono di essere dentro L’onore e il rispetto e di conseguenza biascicano in siciliano. Ovviamente two is meglio che uan, ergo Il peccato e la vergogna 2 non ha tardato ad arrivare ed alleviare le mie settimane. O almeno credevo. Ma quando è troppo è troppo: Garko che si spaccia per un certo Davide Di Segni ed incontra un’ebrea ricchissima di Bologna che si chiama Elsa Pinker e che, dopo aver perso tutta la sua famiglia, gira avvolta da una pelliccia nella sua megavilla e dispone di un conto in banca infinito, rasenta davvero il ridicolo. “Voglio vendicare la mia famiglia di ebbbrei”, “Sono un ebbbreo, mi chiamo Davide Di Segni e ti aiuterò!”. Ovviamente c’è chi si insospettisce: “Chi è ‘sto Davide Di Segni, andiamo a chiedere nel ghetto degli ebbbrei se il professor-ebbbreo-Gilsenti (che ovviamente sembra di salute cagionevole ed assomiglia a Sigmund Freud) lo conosce”. A volte gli occhioni di Garko non possono salvare un telefilm. Ma non disperate: è arrivato I segreti di Borgo Larici. Brrr.
Rachel Silvera, studentessa
(3 febbraio 2014)