“Gaza, i bambini a scuola di guerra”
“Sussidiari e fucili. I bambini di Gaza a scuola di guerra”. Così su Repubblica il corrispondente a Gerusalemme Fabio Scuto racconta l’introduzione dell’addestramento militare nei programmi scolastici della Striscia controllata da Hamas, ma anche l’indottrinamento cui sono sottoposte le nuove generazioni fin dalle primissime classi, attraverso libri che raccontano una storia e una geografia profondamente manipolate. “Hamas ha fabbricato una sua ‘verità’ e ora l’impone ai ragazzi nelle scuole” nota Scuto, che prosegue ricordando come il cappio delle restrizioni fondamentaliste imposte agli abitanti della Striscia si stringa sempre di più. “Hamas ha già vietato l’alcol, alle donne di fumare in pubblico il narghilè, di andare in moto anche se con il marito (è sconveniente per una donna stare a cavalcioni di qualcosa), i tagli a caschetto dal parrucchiere, la passeggiata in strada se non accompagnata da un parente maschio; l’ hijab è obbligatorio negli uffici pubblici, scuole e università, abolite le classi miste nelle scuole sopra i 9 anni. Per i ragazzi niente tagli di capelli strani, niente gel o pantaloni a vita bassa” scrive. A controllare il tutto un’apposita sezione della Polizia, il “Comitato per la promozione della Virtù e la repressione del Vizio”.
L’Osservatore romano intanto annuncia l’arrivo di aiuti umanitari a Gaza dalla Pontificia missione per la Palestina.
Prosegue il dibattito circa i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi guidati dal segretario di Stato americano John Kerry. Sull’Unità un’intervista a Riad Al-Maliki, titolare degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, che commenta alcune delle dichiarazioni del presidente Abu Mazen e accusa Israele di non volere davvero il dialogo.
Accuse contro Israele sono lanciate anche dalle pagine di Avvenire. “Da una parte distruggono, dall’altra costruiscono. La terra è la stessa: Cisgiordania. Le case che vengono giù sono quelle dei palestinesi, quelle tirate su sono degli israeliani”.
Sul Corriere un approfondimento sulla corsa alle armi nel sud e nell’est del mondo. Per quanto riguarda il Medio Oriente, il quotidiano di via Solferino nota che “Israele mantiene quasi stabile il suo livello di spesa attorno ai 13 miliardi di dollari, altri Paesi sono impegnatissimi a fare acquisti” e cita Arabia Saudita, Oman, Iraq, Bahrein, Emirati.
Il Messaggero fa il punto sulla vicenda delle armi chimiche siriane che dovrebbero tra l’altro transitare dal porto italiano di Gioia Tauro per poi essere smantellate: al momento tutto è formo, o quasi. Sul Giornale reportage dalla Libia, sempre più nel caos.
In primo piano sui quotidiani il rapporto delle Nazioni Unite che accusa la Chiesa di responsabilità molto pesanti nel coprire i casi di pedofilia da parte di uomini del clero negli ultimi decenni (Corriere). Sul Giornale un commento di Fiamma Nirenstein, che critica l’Onu, ricordando tra l’altro come nel Comitato per i diritti dei bambini che ha redatto il rapporto siedano paesi come l’Uganda e la Tailandia, che hanno essi stessi gravi problemi rispetto ai diritti dell’infanzia sul fronte dei bambini-soldato e del turismo sessuale.
Il Corriere della Sera apre le sue pagine di cultura con la presentazione del volume “La valigia quasi vuota” di Haim Baharier (Garzanti) dedicato alla misteriosa figura di monsieur Chouchani “il santo rabbino che un giorno sparì nel nulla”. Avvenire torna sul dibattito a proposito dell’adesione al nazismo e dell’antisemitismo del filosofo Martin Heidegger.
Al Museo delle Culture di Genova si inaugura oggi una mostra fotografica sul Ghetto di Lodz realizzata dal Centro Dialogo Marek Edelman e dall’Archivio Nazionale Polacco. Interverrà tra l’altro il rabbino della città Giuseppe Momigliano (Secolo XIX ).
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(6 febbraio 2014)