Informazione – L’unicità della tradizione ebraica e l’esperienza israeliana
Informazione come pilastro fondamentale della società. La particolare sensibilità della tradizione ebraica, che pone in primo piano la consapevolezza del potere delle parole e dei terribili effetti che esse possono provocare sugli individui, l’attenzione all’aspetto umano. Ma anche il monito a far sì che questa sensibilità non si traduca nel garantire al malvagio la segretezza del suo agire. Ha tenuto a sottolineare la crucialità del bilanciamento fra queste due esigenze il rabbino Yuval Cherlow, membro dell’Israel Press Council e tra i fondatori dell’organizzazione rabbinica ortodossa progressista Tzohar, importante voce del dibattito pubblico dello Stato ebraico, intervenendo al seminario “Etica ebraica e problemi dell’informazione” organizzato dalla redazione del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche e del Portale www.moked.it in collaborazione con il Collegio Rabbinico Italiano. Un intervento che è stato anche occasione per spiegare in che modo i principi della tradizione ebraica trovano collocazione dell’esperienza israeliana.
Rav Cherlow ha illustrato alcuni passaggi fondamentali dei Testi correlati al tema dell’informazione, e in particolare l’ammonimento da un lato a non andare in giro a raccontare storie seguito da quello a non rimanere inerte di fronte al sangue del tuo prossimo. Un passaggio che secondo la maggior parte dei commentatori va interpretato proprio nel senso di bilanciare i due aspetti. Un punto di partenza su cui si sviluppa poi anche la legge israeliana in materia, che parla di requisiti di verità, pubblico interesse e di non provocare danni oltre il necessario. “Ora nessuno può affermare che sia facile stabilire cosa è necessario e cosa no, dove passa il confine del pubblico interesse, dove quello degli effetti che vanno oltre i benefici. Però è importante riconoscere l’attenzione al tema della tutela dell’uomo e dell’informazione”.
L’incontro è stata occasione anche per parlare del lavoro dell’Israel Press Council, un organo costituito su base volontaria dagli operatori del settore che si occupa innanzitutto, ha spiegato il rav, di tutelare la libertà di espressione dei soggetti più deboli, e di monitorare e correggere eventuali abusi commessi a mezzo stampa. “Anche se è uno strumento dai poteri limitati, negli ultimi anni ha ricevuto sempre più attenzione, e la stessa Corte suprema israeliana ha utilizzato i nostri pareri nelle sue decisioni”.
Una sfida complessa dunque, che parte dal presupposto dell’importanza dell’informazione nelle dinamiche della società.
(19 febbraio 2014)