Qui Roma – A confronto sull’idea di purezza

Rav Di Segni Pontificia“Non è possibile capire le fonti evangeliche senza andare dentro alla complessità delle fonti rabbiniche”. Con questa premessa rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, ha aperto la lezione tenuta ieri alla Università Pontificia di Roma. Concetto ribadito in apertura dal direttore del Centro “Cardinal Bea” per gli studi giudaici Philipp Renczes per un appuntamento molto partecipato, legato al ciclo di conferenze Un Libro – L’Una e l’Altra Tradizione. Tema della lezione di rav Di Segni, la questione della purezza rituale. Un argomento complesso su cui il rav si è soffermato incrociando fonti cristiane e rabbiniche, il tutto partendo dalla questione del lavaggio rituale delle mani. Da qui sembrerebbe infatti aprirsi la contrapposizione di Gesù di Nazareth all’ebraismo. In un passaggio del vangelo di Matteo, Gesù sembrerebbe infatti contestare la regola del lavaggio rituale precedente il pasto delle mani e il fatto che non farlo renda impuro il cibo. Il rav ha spiegato, di fronte a un pubblico interessato e attento, i riferimenti alla Torah e alle fonti rabbiniche in cui la regola viene enunciata, richiamando anche la differenza tra puro/impuro (sia nell’accezione tecnica, sia in quella metafisica o morale) e proibito/permesso.
Nodo centrale della questione, la decisione di contestare la regola da parte di Gesù che può avere una doppia interpretazione: come scelta di scontrarsi contro quella che sembrerebbe una sottigliezza decisa dai rabbini o quella di mettere in discussione un’intero sistema – “se si fa saltare anche una singola e apparentemente marginale norma questa può far saltare tutto il sistema”, ha affermato rav Di Segni – e quindi arrivare allo scisma morale.

(7 marzo 2014)