Qui Milano – Guido Luzzatto, il varcafrontiere

ishot-531Curata dalla Fondazione Guido Lodovico Luzzatto di Milano, una grande mostra, Frontiere varcate – il critico Guido Lodovico Luzzatto 1922-1940, rende giustizia, al Museo del Novecento della città lombarda, al critico d’arte Guido Lodovico Luzzatto (Milano 1903-1990) a ventiquattro anni dalla sua scomparsa e a diciotto dalla nascita della Fondazione a lui intitolata. Antifascista della prima ora, figlio di uno dei dodici professori che nel 1931 rifiutarono il giuramento al regime, dopo la laurea in storia dell’arte con Paolo D’Ancona iniziò a collaborare a Giustizia, Sera e a numerose riviste d’arte, come Le Arti Plastiche, Il Giornale dell’arte, La Casabella, L’Arte di Adolfo e Lionello Venturi, oltre che ai giornali della concentrazione antifascista di Parigi per i quali tenne dal 1929 al 1933 un costante aggiornamento sui fatti italiani.
I soggiorni degli anni venti a Francoforte, Berlino e Parigi gli permisero il primato dell’aggiornamento sulla pittura espressionista tedesca (Franz Marc, Hermann Lissmann, Oskar Kokoschka) e sull’École de Paris (Kisling, Chagall, Muter) sulla stampa italiana. Nel 1936 pubblicò la prima monografia italiana su Van Gogh presso l’editore Guanda, che circolò fra gli artisti del nascente gruppo di Corrente influenzandone e rafforzandone gli orientamenti stilistici.
Il percorso della mostra intende mettere in luce l’originalità della proposta critica di Luzzatto nel contesto storico coevo. Saranno esposti, infatti, i materiali dell’archivio privato che fotografano il critico nell’esercizio del suo mestiere: le corrispondenze personali con Marc Chagall, Oskar Kokoschka, Max Liebermann, Adolfo Wildt, Felice Casorati, Arturo Nathan, Albin Egger-Lienz, le riproduzioni d’epoca delle loro opere d’arte, i manoscritti, le monografie e i cataloghi di mostre.
Edizioni molto rare come la collana francese di arte ebraica Le Triangle, cataloghi e libri introvabili degli editori dell’avanguardia come Cassirer, Walden, Klinhardt & Biermann, Galerien Tannhauser si alterneranno alle tracce lasciate da Luzzatto nei suoi pellegrinaggi oltre frontiera, nelle grandi capitali europee: Amsterdam, Berlino e Parigi. Uno spazio appropriato sarà riservato al pionieristico lavoro su Vincent van Gogh e ai materiali ad esso connessi.
Verranno, inoltre, esposti alcuni dipinti, disegni e incisioni che Luzzatto ricevette in dono dagli artisti, in segno di ringraziamento per i suoi scritti (Anselmo Bucci, Siro Penagini, Dario Viterbo, Adolfo Wildt), oltre al Ritratto di Claudio Treves, il politico socialista antifascista emigrato a Parigi nel 1926, dipinto nella capitale francese nel 1930 da Mela Muter, oggi conservato presso il Museo di Milano e storia contemporanea alle quali Luzzatto lo aveva proposto all’inizio degli anni settanta quando, morta la pittrice, rintracciò il quadro in una galleria privata di Colonia.
Una sezione documentaria riservata alla famiglia di Guido e alla vicenda personale, infine, sarà complementare all’attività nell’ambito artistico; dimostrando, che le matrici dell’impegno etico e politico, erano radicate nella famiglia di provenienza e strettamente correlate all’idea di avvicinare democraticamente il pubblico all’arte e di dare un significato morale a questo impegno. La sempre più rapida, catastrofica, trasformazione del clima culturale europeo alla fine degli anni Trenta, portò Luzzatto a scrivere una cronaca della campagna razziale, quasi un diario della terribile precarietà dell’esistenza, prima dell’esilio permanente degli anni di guerra.
Completa la mostra un video che documenta la storia di Luzzatto, attraverso le immagini della casa, dove il critico abitò per tutta la vita.

Frontiere varcate – il critico Guido Lodovico Luzzatto 1922-1940.
a cura di Valeria Iato e Paolo Rusconi
Milano, Museo del 900, Sala degli Archivi del 900
Dal 4 aprile al 4 settembre 2014

I DUELLANTI CHE SI OPPOSERO AL REGIME

La mostra Frontiere varcate – il critico Guido Lodovico Luzzatto 1922-1940, a cura di Valeria Iato e Paolo Rusconi, apre i battenti il 4 aprile a Milano, nelle sale del Museo del 900 (Sala degli Archivi del 900). In attesa di visitarla mi è capitato di ritornare a riflettere su questa affascinante figura di intellettuale e oppositore al fascismo, alla singolare storia della sua famiglia. Affascina soprattutto la personalità del padre, Fabio Luzzatto, che fu tra i pochissimi docenti universitari italiani a rifiutare nel 1931 il giuramento di fedeltà al regime. Insegnò a lungo a Macerata, su di lui è appena uscito un eccellente profilo scritto da Matteo Soldini (Storia delle Marche in età contemporanea, 3, 2013). Leggendo questi materiali mi ha colpito, come spesso avviene, una coincidenza. Il duello e l’antifascismo ebraico: ecco un bell’argomento su cui ragionare.
È noto, ma non tantissimo, l’episodio della vertenza cavalleresca fra Claudio Treves (a sinistra nel ritratto parigino di Mela Muter) e Benito Mussolini. Dopo Caporetto il futuro Duce aveva cominciato a inveire contro Claudio “Tremens”, biasimandone il pacifismo, ma anche oltraggiando insieme la sua persona e la sua famiglia. Gli episodi più intensi dell’antifascismo ebraico si legano a figure di duellanti. Altro che antifascismo esistenziale. C’era un solo modo, pensavano, di togliere Mussolini dalla scena politica. Una singolare coincidenza lega il destino di due antifascisti ebrei che con un duello avrebbero potuto mutare il destino della storia d’Italia. Le regole del tempo lo consentivano. Nel 1919 Fabio Luzzatto (nell’immagine qui sotto) era stato uno dei fondatori dell’Associazione Nazionale Combattenti e la sua elezione a presidente fu contrastata da Mussolini, su basi volgarmente intimidatorie e volgari offese. Ne nacque un’altra controversia che avrebbe dovuto essere sanata a fil di lama. Mussolini fu costretto a ritrattare. Come si vede dal ritratto qui a fianco i duellanti ebrei pronti a trafiggere il futuro Duce una ventina d’anni prima del 1938 non erano propriamente un Brad Pitt. Sulla loro bruttezza onesta voglio ritornare prossimamente parlando di Claudio Treves e Giorgio Levi della Vida. Per ora mi limito a constatare la differenza con i politici odierni, che si sfidano a duello cinguettando su Twitter.

Alberto Cavaglion, Pagine Ebraiche aprile 2014