cinguettii…

Colui che veniva colpito da tzara’at – una alterazione della pelle che secondo i Maestri era punizione per la maldicenza – doveva presentare come offerta, passata la “malattia”, due uccellini. Gli uccellini, così nota Rashì, cinguettano. Il “cinguettare”, l’uso della parola non riflettuto e preso alla leggera secondo la lettura di rabbi Yerucham Levovitz di Mir – sebbene non ancora maldicenza – ne è l’origine più evidente.

Benedetto Carucci Viterbi, rabbino

(6 aprile 2014)