Ungheria – Il pericolo neonazista

budapestUn elettore su cinque in Ungheria ha scelto il partito di estrema destra Jobbik. Un partito che della retorica antisemita ha fatto la sua bandiera, che invoca liste di proscrizione antiebraiche, che infiamma i suoi elettori gridando al complotto pluto giudaico massonico, responsabile, insieme all’Europa, della crisi economica ungherese. Doveva essere passeggero quel successo del 2010 che svegliò un campanello d’allarme nel Vecchio Continente: Jobbik guadagnava il 17 per cento dei voti, valvola di sfogo degli ungheresi delusi e in cerca di capri espiatori, ma in molti dissero che quel successo era un fuoco di paglia. Un partito fondato sulla rabbia non poteva durare. E invece l’anima nera d’Europa ha trovato in Jobbik, alla luce dei risultati delle urne di ieri, un punto di riferimento, un esempio da seguire. Quasi quattro punti percentuali in più che ne ribadiscono la pericolosità, consolidando il partito al terzo posto tra le forze politiche magiare. Prima d’Europa per risultato a livello nazionale. “Il successo di Jobbik, partito sfacciatamente neonazista, dovrebbe servire come una sveglia per l’intera Europa”, ammonisce il presidente del Congresso ebraico europeo Moshe Kantor. “Questo è veramente un giorno buio per l’Ungheria”, ribadisce Kantor che sottolinea come questo risultato infonda coraggio agli altri estremismi europei che “con il vento in poppa si dirigono verso le prossime elezioni europee (25-26 maggio)”.