Università – Il giorno dello psicometrico

Roma - corso preparazione psicometricoDuecento studenti tra Roma, Milano e Israele affrontano oggi lo psicometrico, il test per poter accedere alle università israeliane. Hanno scelto di farlo in italiano, perché per la prima volta da quest’anno è possibile sceglierlo tra le lingue d’esame. Un’opportunità frutto degli sforzi dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e in particolare della Commissione UCEI ai rapporti con Israele e l’Aliyah, coordinata da Alessandro Luzon. “Oggi è il punto d’arrivo di un cammino durato anni. Siamo felici e orgogliosi di quello che siamo riusciti ad ottenere per i nostri ragazzi”, afferma Luzon, consigliere dell’Unione. La risposta dei giovani, nonostante qualche timore iniziale, è stata straordinaria: la quota perché il progetto di traduzione, curato dal Nite ( l’Istituto Israeliano per la Verifica e la Valutazione con cui l’UCEI ha firmato l’accordo), andasse in porto era di almeno cento iscrizioni e le adesione hanno superato le previsioni, arrivando al doppio della quota citata. Altra grande opportunità è stata quella di poter affrontare il temibile esame in Italia, con due sedi disponibili: una Roma e una a Milano, comunità che hanno messo a disposizione le aule delle proprie scuole ebraiche. Inoltre, per agevolare la preparazione degli studenti alla prova, l’Ucei ha offerto un ciclo di lezioni organizzate tra Roma, Milano e Gerusalemme, con la possibilità di partecipare dal vivo o collegarsi in video conferenza. Studenti a cui Luzon dedica il suo augurio perché “riescano a superare l’esame, ora senza l’handicap della lingua, e che possano avere poi successo nell’università israeliane e nelle attività che costruiranno”.
Da oggi dunque accanto all’ebraico, l’inglese, l’arabo, il russo, il francese e lo spagnolo, anche l’italiano.
Meno di un minuto a domanda, lo stress dovuto all’esame a cui si aggiungeva, per molti madrelingua italiani, il fatto di doverlo affrontare in una lingua che probabilmente non si padroneggiava alla perfezione. Per gli studenti, nessuno escluso, lo psicometrico è uno scoglio ostico, farlo nella propria lingua madre è sicuramente un’agevolazione. Certo chi ottiene il punteggio per entrare nella università prescelta dovrà comunque studiare in ebraico o in inglese, ma allo step d’ingresso partirà nelle stesse condizioni dei ragazzi francesi, anglofoni o russi. Il minimo punteggio richiesto è 200 mentre il massimo che si può raggiungere è 800. Per fare un esempio, per poter entrare nella facoltà di medicina del Technion di Haifa è necessario raggiungere la soglia di 700. Per Scienze sociali alla Bar-Ilan, su 78 immatricolazioni possibili all’anno il punteggio minimo per poter sperare di entrare è 500 (530 è il risultato medio). In ogni caso gli esiti sono parametrati, come accade in Italia, ai voti degli altri studenti ovvero: se prendo 501 e voglio entrare a Scienze sociali, ma altri 78 ragazzi (tetto massimo delle iscrizioni alla facoltà) prendono dal 502 in su, io non entro nonostante sia riuscito a superare lo sbarramento dei 500 punti. Per dare un quadro dell’esame da sostenere, lo psicometrico è diviso in tre aree tematiche: logica, analisi e comprensione dei testi, inglese. Nella prima parte vengono testate le conoscenze matematico- scientifiche dei candidati con quesiti che vanno dall’aritmetica alla geometria, alla statistica e così via. Nella parte di analisi testuale gli studenti sono chiamati a dimostrare la propria capacità deduttiva e di ragionamento affrontando brani complessi e di livello accademico. Correttezza, ampio vocabolario e buona dimestichezza con la lingua sono infine elementi fondamentali per poter affrontare la prova di inglese. La valutazione del test inoltre è valida per sette anni, per cui chi volesse affrontarlo, ha la possibilità di sfruttare anche più avanti, nel proseguo della sua carriera universitaria, questa carta. Ad esempio scegliendo prima di frequentare una facoltà in Italia o all’estero per conseguire la specialistica in Israele.

(10 aprile 2014)