Israele, la pace al capolinea
Il giorno dopo l’accordo tra Hamas e Autorità nazionale palestinese, ci si chiede quale volto avranno ora i palestinesi, quale sarà il destino dei negoziati di pace e cosa faranno israeliani e, in seconda battuta, americani di fronte a quello che ha il sapore di uno strappo definitivo. Interrogativi e analisi che compaiono oggi sui maggiori quotidiani nazionali. Su La Stampa, Maurizio Molinari ricostruisce i termini dell’accordo tra le due fazioni palestinesi: entro cinque settimane, riporta il giornalista in merito, dovrebbe nascere un ‘governo di unità nazionale’ guidato da Abu Mazen o da Nasser al- Din al-Shaer, ex vicepremier di Hamas, mentre entro sei mesi si dovrebbero svolgere le elezioni per rinnovare parlamento e presidente. Condizionale d’obbligo perché, come spiega Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera, non è la prima volta che Hamas, gruppo terroristico che controlla la Striscia di Gaza, e l’Autorità nazionale palestinese, che gestisce la Cisgiordania, provano a riconciliarsi. Dopo sette anni di conflitto interno, con uccisioni, violenze e incarcerazioni, non è ancora chiaro quanto la stretta di mano di ieri tra i due contendenti sia solida. Per Israele è invece evidente la volontà di Abu Mazen di far saltare i colloqui di pace perché, “con i negoziati di pace ancora in corso – ha attaccato il premier israeliano Benjamin Netanyahu – Abu Mazen ha preferito la pace con Hamas a quella con Israele, ma non sono conciliabili. Chi sceglie Hamas, non vuole la pace”. L’ex ambasciatore israeliano Avi Pazner (Repubblica) e il politologo Yossi Klein Ha Levi (La Stampa) sono d’accordo con Netanyahu. “Con questa decisione – afferma Levi, riferendosi all’accordo Hamas-Anp – il processo di pace è morto”. E intanto le violenze continuano, con tre razzi Kassam lanciati dalla Striscia di Gaza contro il sud di Israele, preceduti da un attacco mirato dell’aviazione israeliana.
“Dobbiamo avere il coraggio di guardarci indietro senza paura e senza omissioni, perché un Paese che nasconde e teme la propria storia è un Paese senza futuro”. Così il presidente del Senato Piero Grasso è intervenuto sulla questione della pubblicazione di documenti, sino ad oggi riservati, legati alle stragi che hanno insanguinato la storia italiana. Tra cui quella del 9 ottobre 1982 al Tempio Maggiore di Roma, su cui il presidente della Comunità ebraica capitolina Riccardo Pacifici ha chiesto, come riporta il Corriere, di far cadere il segreto per poter avere chiarezza sull’attentato che costò la vita al piccolo Stefano Gaj Taché.
Una multa di 25mila euro. Questa la decisione del giudice sportivo Gianpaolo Tosel per i cori antisemiti provenienti dalla Curva della Juventus, durante il match contro la Fiorentina dello scorso 9 marzo. “Gli accertamenti esperiti dalla Questura di Torino – scrive Tosel – costituiscono fonte inoppugnabile di prova circa il fatto che, all’inizio della gara, alcuni sostenitori della società bianco-nera, collocati nel settore denominato “Curva Sud”, abbiano indirizzato alla tifoseria avversaria un insultante coro di tenore antisemita” (Corriere dello Sport). “Ma i tre collaboratori della Procura non li hanno percepiti come tali – riporta la Gazzetta dello Sport – quindi non é discriminazione”. Diverse le critiche piovute sulla decisione del giudice sportivo, giudicata troppo leggera a fronte della gravità del fatto, su cui vi era a disposizione della procura una prova audio ed era stata richiesta dallo stesso Tosel un supplemento di indagine.
Milano, come tutta Italia, si prepara a veder sfilare per le sue strade il tradizionale corteo che celebra, il 25 aprile, la Liberazione dal nazifascismo. I festeggiamenti milanesi si aprono però con una polemica – datata nel tempo – dovuta alla manifestazione che si vorrebbe tenere la prossima settimana in memoria di Sergio Ramelli, simpatizzante del Msi ucciso il 29 aprile 1975. Lo scontro, esacerbato quest’anno dal danneggiamento della lapide in memoria di Ramelli, è tra gli organizzatori e le autorità cittadine, preoccupate che il corteo diventi una manifestazione di nostalgici neofascisti. La situazione appare tesa con minacce di scontri, provenienti da destra e sinistra. E intanto per il 29 è stata organizzata una contro manifestazione dal comitato “Milano 29 aprile: nazisti no grazie”(Corriere Milano).
“Sulla utilità sociale delle religioni”. È il titolo della riflessione di Corrado Augias che su Repubblica, rispondendo a un lettore, scrive “in molti paesi occidentali (Italia compresa) la religione influenza sempre meno i comportamenti degli individui; che in un paese culturalmente insufficiente come il nostro la tenuta sociale portata un tempo dalla religione non è stata rimpiazzata da una sufficiente educazione alla democrazia con i suoi diritti ma anche con i suoi doveri (devo dimostrarlo?)”. Sulla questione, Augias propone poi di aprire un dibattito: “si può volendo continuare a discuterne. Potrebbe essere utile”.
Daniel Reichel
(24 aprile 2014)