25 aprile con la Brigata Ebraica
“Sono da condannare nettamente le parole di Beppe Grillo quando associa gli ebrei alle lobby delle banche o fa un uso spregiudicato dei simboli della Shoah al pari di quelle forze xenofobe. Nonostante ciò sarebbe un errore associarlo alla ‘galassia nera’. Ma anche per questo saremo sempre vigili per arginare e denunciare in ogni sede qualunque espressione contraria ai valori dell’Italia antifascista. Nei giorni scorsi il presidente dell’UCEI Renzo Gattegna ha espresso in maniera netta i sentimenti della nostra base e delle nostre comunità. Nessuna esclusa. Rincuora, nello stesso tempo, aver letto i commenti di condanna alle parole di Beppe Grillo, arrivati anche dagli stessi militanti del Movimento 5 Stelle che sappiamo non includere nel loro dna sentimenti antisemiti o xenofobi”. Così il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici in un editoriale che appare sulla Stampa nostro giudizio sul M5S – sottolinea Pacifici – sarà solo sui singoli personaggi ed episodi e mai generalizzato al Movimento stesso, nonostante non ci sfugga l’esistenza di frange minoritarie che sul blog esprimono posizioni inquietanti. La speranza è che militanti e simpatizzanti grillini abbiano anticorpi più forti delle urla del loro leader”.
Con i festeggiamenti per la Liberazione del paese dal nazifascismo tornano nelle principali piazze italiane le insegne della Brigata Ebraica, il corpo di volontari arrivati dall’allora Palestina mandataria (il futuro Stato di Israele) che fu protagonista di numerose operazioni rilevanti come lo sfondamento della Linea Gotica, la vittoria di alcune battaglie strategiche nel Centro Italia, l’assistenza alle popolazioni colpite dalla guerra. A ricordare il contributo della Brigata è, tra gli altri, Paola D’Amico sul Corriere della Sera Milano.
Sull’inserto Sette del Corriere Gian Antonio Stella invita intanto i leader politici, a qualunque movimento o partito appartengano, a non banalizzare ulteriormente il termine ‘nazista’ per irridere un proprio avversario. L’invito è corredato da una serie di stralci che approfondiscono la barbarie di Hitler e dei suoi seguaci. “Prima di starnazzare accusando un avversario di essere un nazista’ – si chiede Stella, rivolgendosi alla classe politica – perché non leggono? Vale per Beppe Grillo, che ha un vocabolario così ricco di parolacce, insulti e volgarità da poter evitare almeno accuse così insulse e infami. E vale per i suoi nemici, che troppe volte hanno abusato con lui degli stessi paragoni insulsi e infami. Perché non leggono, prima di sparare certi paragoni?”.
Al via, al termine dello Shabbat, la quinta edizione della Festa del Libro Ebraico in Italia. A parlarne sono sia Corriere della Sera (inserto Sette) che Repubblica (inserto Venerdì). “Al centro della manifestazione ferrarese, che si apre con la Notte bianca ebraica d’Italia – si legge su Sette – c’è il racconto della storia di un popolo da sempre legato al nostro Paese. Un racconto che passa dai testi a disposizione del pubblico nella libreria tematica e da tanti incontri letterari, concerti e spettacoli teatrali”.
Tutto pronto a Roma per la canonizzazione di Wojtyla e Roncalli, due papi il cui sentimento di amicizia verso il mondo ebraico fu segnato da azioni e parole memorabili. Sul Corriere della sera si anticipano alcune riflessioni in merito di papa Bergoglio e di Joseph Ratzinger che saranno pubblicate in un’edizione speciale dell’Osservatore Romano in distribuzione domenica. Sul Sole 24 ore il commento del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in un articolo a firma di Carlo Marroni. “Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II – spiega il rav – sono stati due grandi papi che hanno cambiato positivamente la storia delle relazioni della Chiesa con l’ebraismo. E questo è per tutti un segno di speranza”.
Nelle stesse ore, nel duomo di Alba, sarà beatificato il religioso Giuseppe Girotti, ucciso a Dachau all’età di 39 anni e riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem nel 1995. Così Alberto Cavaglion sulla Stampa: “Nel recare soccorso agli ebrei durante l’occupazione nazista sacerdoti come padre Girotti prefigurarono i principi del Concilio Vaticano II. La loro opera non aveva un contenuto politico, rispondeva esclusivamente a uno slancio interiore, obbediente alla scelta vocazionale di vivere con e per i poveri, i perseguitati. Come molti che si sono prodigati nel soccorso, padre Girotti era un uomo eccentrico, un solitario anticonformista”.
Faranno invece discutere le parole del presidente della Conferenza episcopale brasiliana Damasceno Assis, intervistato da Franca Giansoldati sul Messaggero. Auspicando una prossima santificazione di papa Pacelli, Assis afferma: “Pio XII salvò tantissimi ebrei, ordinando ai conventi di aprire le porte per nasconderli. Conosco tantissime persone che si sono salvate in questo modo”. La polemica sul suo conto, prosegue il religioso, sarebbe quindi “strumentale”.
Su Avvenire la storica Anna Foa recensisce l’ultimo lavoro di Cristiana Facchini (‘Infamanti dicerie’, ed. EDB) dedicato alla terribile e falsa accusa del sangue causa di molte persecuzioni antiebraiche attraverso i secoli. “La calunnia del sangue è stata molto studiata, ma generalmente dalla parte dei persecutori, cioè nel suo essere un tassello fondamentale dell’antigiudaismo e dell’antisemitismo, rappresentandone un precoce intreccio. Questo libro – riflette la storica – lo studia invece da un punto di vista assai nuovo, quello delle prime autodifese ebraiche”.
Sul Fatto Quotidiano l’intervento di Furio Colombo in merito alla sentenza della giustizia sportiva che ha condannato a 25mila euro di multa la Juventus per i cori antisemiti cantati da alcuni suoi tifosi in occasione del match casalingo contro la Fiorentina (9 marzo). “Il messaggio della giustizia sportiva – scrive Colombo – è passato: state attenti a cori e striscioni contro squadre di calcio avversarie o sgradite. Potreste pagarla cara, tipo con la chiusura della curva. Ma un bel coro di insulto agli ebrei costa poco. La giustizia sportiva, dati i tempi, vi fa uno sconto”.
Grande la preoccupazione in Israele per gli ultimi sviluppi della politica palestinese con l’asse Hamas-Al Fatah tornato a saldarsi dopo molti anni di conflitto interno. Maurizio Molinari, corrispondente della Stampa dal Medio Oriente, ha sondato gli umori degli abitanti della Striscia di Gaza ascoltando un ampio range di interlocutori, dal fruttivendolo del mercato all’aspirante ministro. “Se il popolo della Striscia aspetta il presidente palestinese come un salvatore – scrive Molinari – è perché Hamas appare in ginocchio: la chiusura totale dei tunnel da parte dell’Egitto dei militari l’ha privata delle entrate ‘doganali’, gli aiuti economici garantiti dai Fratelli musulmani di Mohamed Morsi sono svaniti, la Turchia e il Qatar si sono allontanati. II risultato è non poter pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici né quelli della polizia e ciò consente ai gruppi salafiti di guadagnare consenso popolare”.
Ampio e ricco di spunti l’approfondimento dedicato dall’Espresso a Israele come ‘Start Up Nation’ in grado di strappare primati persino alla Silicon Valley. L’attacco dell’articolo è tutto per Tel Aviv, la città bianca che continua a scalare la classifica delle località più attrattive per i più giovani di tutto il mondo: “A prima vista il vecchio porto di Jaffa, uno dei più antichi al mondo, sembra un oggetto estraneo sul lungomare di Tel Aviv. Basta girare la testa di poco, infatti, e a qualche centinaio di metri è tutta un’altra scena, fatta di grattacieli e modernità. Perché questa città, inaspettatamente giovane, oggi è il cuore pulsante dell’innovazione di Israele. È qui infatti che si concentra la maggior parte delle circa 4mila start up fondate negli ultimi 10 anni in questo fazzoletto di terra”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(25 aprile 2014)