Qui Ferrara – Al via la Festa del Libro Ebraico
L’ebraismo, nelle sue diverse sfaccettature, torna protagonista a Ferrara con la Festa del Libro ebraico in Italia (26 aprile – 1 maggio). Si è aperta ieri, in un Chiostro di San Paolo gremito di persone, la quinta edizione della rassegna che attraverso letteratura, arte, musica apre al pubblico spaccati dell’immenso e plurimillenario patrimonio della cultura e tradizione ebraica. “Queste giornate sono il simbolo del diritto ad esprimere il proprio pensiero, le proprie tradizioni, i valori contenuti nella nostra costituzione repubblicana”, ha ricordato nell’arco della serata di inaugurazione il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna. “Una scommessa vinta di cui non posso che essere orgoglioso”, ha sottolineato Riccardo Calimani, presidente della Fondazione Museo nazionale dell’ebraismo italiano (Meis), ente organizzatore della Festa. Al loro fianco, ad aprire la settimana della Festa (inaugurata con la Notte bianca ebraica), il rabbino capo della comunità ebraica di Ferrara, rav Luciano Caro, l’assessore alla cultura della regione Emilia Romagna Massimo Mezzetti, il sindaco e l’assessore all’urbanistica del comune di Ferrara, Tiziano Tagliani e Roberta Fusari, e in rappresentanza dell’Università di Ferrara, la professoressa Giuditta Brunelli.
Da scommessa, la Festa del libro ebraico è ormai un appuntamento tradizionale per la città, che ogni anno partecipa numerosa a eventi e iniziative. Un sostegno cittadino di cui Calimani ha voluto sottolineare il valore fondamentale, ringraziando i ferraresi per il loro coinvolgimento alla Festa ma anche per il supporto alla realizzazione del Meis. E a settembre, lungo le vie della città estense, l’ebraismo tornerà protagonista perché, come ha annunciato il presidente UCEI Gattegna, sarà Ferrara la città capofila per l’Italia della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica. Il 14 settembre in 30 paesi europei centinaia di comunità apriranno le proprie porte per raccontare il rapporto tra donne ed ebraismo, tema scelto per quest’anno. E in Italia Ferrara svolgerà un ruolo chiave, guidando gli appuntamenti che vedranno altre settanta località della Penisola coinvolte. Una responsabilità, quella di trasmettere la tradizione e la cultura ebraica, che Ferrara si è già assunta con la realizzazione del Meis e con la Festa. Una sfida che la città è pronta a raccogliere, come ha spiegato ieri il sindaco Tiziano Tagliani durante la serata inaugurale. Occasione in cui rav Caro ha voluto sottolineare il ruolo del primo protagonista della rassegna ferrarese, il libro. Il valore culturale dei libri è, nelle parole di Caro, la capacità di creare uno spazio di riflessione e collegamento tra passato, presente e futuro. Un intreccio tra piani temporali che, nello specifico, risulta uno strumento fondamentale per raccontare la plurimillenaria esperienza ebraica. E ,come ha sottolineato l’assessore regionale alla Cultura Mezzetti, “è grazie al libro che usciamo dal nostro mondo, che conosciamo l’altro e impariamo di più su noi stessi”.
Anche la musica gioca il suo ruolo di collegamento tra mondo ebraico e società civile, a dimostrarlo i due appuntamenti inaugurali della Festa: prima il concerto degli allievi del conservatorio Girolamo Frescobaldi, che hanno eseguito musiche di Mendelsson, Sinigaglia e Britten; poi lo spettacolo di e con Miriam Camerini e Manuel Buda “Un grembo due nazioni molte anime. Parole e musiche degli ebrei d’Italia”, un viaggio lungo i secoli che, attraverso note, poesie, letture, ha raccontato l’intreccio tra la Bibbia, la Torah, e la cultura nazionale, tra la storia ebraica e la storia italiana.
Daniel Reichel
Qui Ferrara – La Festa è modello culturale
Sembrava un azzardo e invece ora è diventato un appuntamento fisso del panorama culturale italiano. “È un progetto in cui ho creduto molto e ora sono orgoglioso di vederlo camminare sulle sue gambe”, afferma Riccardo Calimani, presidente della Fondazione Meis (Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah) nonché scrittore ed esperto di ebraismo italiano. Parliamo della quinta edizione della Festa del Libro Ebraico in Italia di Ferrara (26 Aprile-1 Maggio), l’evento che da cinque anni porta nella città estense la cultura, la tradizione, la vivacità ebraica attraverso mostre, dibattiti, ospiti, spettacoli che richiamano migliaia di visitatori da tutta Italia. Un successo fiore all’occhiello delle iniziative realizzate dalla Fondazione Meis, nato grazie alla collaborazione delle istituzioni ebraiche, in particolare dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica di Ferrara, con le istituzioni nazionali e cittadine: a dare il proprio supporto il ministero dei Beni e delle Attività culturali, la regione Emilia-Romagna, comune e provincia di Ferrara, Ferrara fiere e congressi e l’università della città.
A cinque anni dalla sua nascita, il presidente della Fondazione Meis Calimani ne rivendica dunque con orgoglio la creazione, sottolineando l’affiatamento con la città. “I ferraresi hanno apprezzato da subito il progetto, facendosi coinvolgere e aiutandone la riuscita. Abbiamo fatto molto strada e ora sono contento di vedere che grazie all’impegno di persone come Roberto Finardi e Alessandra Roncarati, la Festa ha una propria forza autonoma. Domani potrei non essere più presidente e questo progetto continuerebbe a camminare sulle sue gambe”.
Scrittore, storico ed esperto in particolare del mondo ebraico del Bel Paese, Calimani ricorda come il popolo ebraico sia non solo il popolo del Libro, inteso come la Torah – come è universalmente conosciuto – ma è anche il “popolo dei libri: una produzione letteraria immensa che coinvolge ampiamente la piccola diaspora italiana e di cui abbiamo voluto mostrare valore e interesse per tutta la società”. Letteratura, musica e arte si intrecciano nell’arco della settimana ferrarese dando una preziosa dimostrazione della vitalità dell’ebraismo. “La Festa così come il Museo ebraico di Ferrara non vogliono essere un mera rievocazione del passato ma un percorso di ventidue secoli che ci porta fino al presente, dando luogo a un laboratorio culturale, a uno spazio di idee e confronto”. Secoli di evoluzione, vicissitudini, cambiamenti di cui Calimani racconta nella sua opera Storia degli ebrei italiani (Mondadori), diviso in tre volumi: il primo ripercorre i primi passi dell’ebraismo in Italia per arrivare al XV secolo, il secondo – appena pubblicato – si conclude con il XVIII secolo mentre il terzo ricapitolerà la storia recente, fino a toccare l’epoca contemporanea. E sull’oggi il presidente del Meis ha uno sguardo critico, “credo che il mondo ebraico italiano, che è riuscito, grazie alla forza di figure come rav Elio Toaff, ad affrontare con forza l’emergenza creatasi all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, debba recuperare quello slancio, abbandonando formalismi ed eccessi di rigore sorti negli ultimi anni”.
Tornando ai libri, i protagonisti dell’appuntamento ferrarese, Calimani sottolinea come questo mondo non sia in crisi, o meglio come sia necessario favorire la diffusione della cultura per evitare di “mandare al macero tanti buoni libri. Lo scorso anno ad esempio nell’arco della Festa ne sono stati venduti duemila. Dobbiamo, a livello italiano, investire di più, a partire dai ministeri per ottenere dei risultati. L’iniziativa di Ferrara è stato un colpo di frusta molto forte, a cui, in ambito ebraico, sono seguite manifestazioni analoghe. Noi siamo riusciti a favorire l’interesse sul libro ebraico e lo stesso spirito può essere usato su ampia scala”.
Pagine Ebraiche, maggio 2014
(27 aprile 2014)