Qui Ferrara – Meis, il ministro Franceschini in visita
“Quello del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah è un grande progetto che interessa tutto il Paese ed è un onore averlo qui a Ferrara. Non è stato facile ottenerlo e la situazione finanziaria rimane complicata, ma siamo riusciti a inserirlo nel decreto legge “Valore Cultura”. I fondi per il completamente del primo lotto ci sono e ora si tratta solo di procedere”. Così il ministro della Cultura Dario Franceschini in visita alla mostra Vita, Colore, Fiabe – il mondo ebraico di Emanuele Luzzati, inaugurata oggi al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Al suo fianco, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. La presenza del ministro Franceschini, accompagnato nella visita della mostra su Luzzati dal presidente della Fondazione Meis Riccardo Calimani, è la dimostrazione del valore e dell’attenzione che le autorità nazionali dedicano al progetto che vedrà presto nascere il museo dell’ebraismo italiano. Una realtà in divenire che sorgerà nell’ex carcere giudiziario di via Piangipane e che da oggi dunque, fino al 27 luglio, ospiterà le opere del grande maestro genovese Emanuele Luzzati.
Magia di Emanuele Luzzati tra la vita, i colori e le fiabe
“La mia infanzia è stata assai felice: mi piaceva inventare storie, disegnare, pasticciare con carta, colori e burattini. Quando raggiunsi i sette anni è nata una sorellina, cioè lo spettatore ideale per i miei teatrini, per le mie favole, per le mie rappresentazioni”. Poi la sua magia uscì dall’ambito familiare e il mondo intero diventò spettatore dei suoi colori, della sua magia. Perché le opere di Emanuele Luzzati, maestro delle arti applicate, sono senza tempo, capaci, oggi come ieri, di raccontare storie, evocare sogni, farci sorridere ed emozionare. Attraverso il suo sguardo originale aprì al grande pubblico una finestra su di un mondo di cui molti ignoravano usi e tradizioni, quello ebraico: dalle immagini che ritraggono il Seder di Pesach alla rievocazione del mitologico Golem, dalle rappresentazioni di matrimoni ebraici alla storia del Baal Shem Tov di Isaac B. Singer.
Tutte opere protagoniste della m o s t r a Vita, colore, fiabe – Il mondo ebraico di Emanuele Luzzati che apre a fine aprile al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah in occasione della quinta edizione della Festa del libro ebraico in Italia di Ferrara. La rassegna estense dedica infatti uno spazio al maestro genovese, proponendo illustrazioni originali, bozzetti, tavole, ma anche teatrini dipinti a mano, fotografie e ceramiche, provenienti dall’archivio del Museo Luzzati di Genova.
Tre le sezioni della mostra, curata da Sergio Noberini, direttore del Museo Luzzati di Genova, e da Michela Zanon, direttore del Museo ebraico di Venezia e membro del Comitato Scientifico del Meis: la prima dedicata alla vita ebraica, che Luzzati ripropose seguendo le diverse festività della tradizione, descrivendo con la peculiarità del suo tratto la solennità come l’allegria di questi momenti familiari dalla storia millenaria. Per Colore, la seconda sezione, il senso del titolo in fondo è chiaro, basta guardare le sue opere e ritrovarvi quella capacità fuori dall’ordinario di dare vita a personaggi e situazioni attraverso i colori; la terza è fiabe, in cui l’illustrazione si intreccia ai racconti di Primo Levi, di Singer o al poderoso Golem della tradizione ebraica e al desiderio di Luzzati di narrare una storia, giocando con le immagini. “Un bambino da piccolo cosa fa? Giuoca, e se poi uno ha la fortuna di giocare tutta la vita…”, così Luzzatti riassumeva la passione di sempre.
Nato a Genova nel 1921, il maestro Luzzatti sarà costretto a fuggire dalla città e dall’Italia a causa delle leggi razziste del 1938, prima passo verso la tragedia che colpì l’ebraismo italiano ed europeo per mano del nazifascimo. Di quei giorni ricorda: Spesso i miei mi portavano a teatro a vedere le ‘opere’, che immancabilmente io rifacevo con scene e burattini e così le riproponevo a mia sorella che si beveva tutto, incantata. In tal modo ho continuato per parecchi anni con l’interruzione di un lustro in cui sono dovuto scappare in Svizzera per via delle leggi razziste e dove, a Losanna, ho frequentato una scuola di arti applicate”. In Italia, a Milano, tornerà finita la guerra nel 1945. E gradualmente inizierà ad ascrivere il suo nome tra i grandi dell’arte, illustrando e scrivendo libri, mettendo in scena spettacoli con maschere, scenografie e costumi, progettando arazzi, lavorando ceramiche. Tra i suoi lavori anche una collaborazione con L’Israel dei bambini, la rivista del Movimento Hechaluz d’Italia, pubblicata tra il 1949 e il 1952, in cui Luzzati darà vita al suo unico fumetto Le avventure di Guz l’asino Haluz, originale e divertente racconto di un asino pioniere e della sua passione verso Israele.
Pagine Ebraiche, maggio 2014
(27 aprile 2014)