L’Unione senza

guido osimoScrivo queste righe nelle ore conclusive del Moked 2014 organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Come sempre, è stato un bell’incontro tra le varie anime dell’ebraismo italiano. Ma questa volta ci sono state due assenze che pesano moltissimo.
Prima di tutto, dobbiamo notare che in un Moked dedicato al ruolo dei rabbini nelle loro Comunità sono mancati i rabbini principali delle varie Comunità: non c’è il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, non ci sono i tre rappresentanti del Rabbinato nel Consiglio dell’UCEI Alfonso Arbib, Adolfo Locci, Alberto Somekh. Certo, altri rabbini sono presenti. Ma che al Moked dedicato ai rapporti tra rabbini e Comunità manchino molti tra gli interlocutori rabbinici principali è un fatto che fa una certa impressione.
All’interno del Moked hanno trovato spazio due sessioni del Consiglio dell’UCEI, e anche qui il fatto più eclatante è stato la sanzione definitiva di un’assenza. Tra molte polemiche, e senza essere presenti alla discussione, si sono dimessi dal Consiglio gli otto rappresentanti che fanno riferimento a Riccardo Pacifici e al gruppo che governa la Comunità ebraica di Roma: per intenderci, il gruppo che regge la Comunità che include da sola più della metà degli ebrei italiani.
Nelle sale del Moked, in questi giorni, il proverbio più gettonato è ovviamente: “gli assenti hanno sempre torto”. In una sessione del Consiglio è stata approvata una mozione molto critica verso l’assenza dei rabbini dal Moked a loro dedicato. La gran parte dei discorsi sulle dimissioni del gruppo di Pacifici ha sottolineato la conflittualità che ha caratterizzato in questi due anni i rapporti tra questo gruppo e la Presidenza UCEI, e il fatto che le dimissioni hanno sancito una rottura tutto sommato unilaterale.
Io penso invece che la frase “gli assenti hanno sempre torto” rischi di cogliere solo l’immagine più superficiale della situazione. Al di là delle mozioni schematiche e dei discorsi risentiti, le domande aperte più rilevanti per il nostro futuro riguardano il perché di queste assenze. Perché i principali rabbini di Comunità decidono di non partecipare a un Moked sul rabbinato organizzato dall’UCEI? Perché un gruppo politico così importante nel panorama dell’ebraismo italiano decide di ritirarsi dalla gestione dell’UCEI?
Solo il futuro ci dirà qualcosa di più a questo proposito. Ma io penso che queste assenze debbano interrogare in modo profondo ciascuno di noi, che abbiamo scelto di essere presenti oggi e di continuare a esserlo domani. Il modello di una Unione che va avanti comunque, senza quelle importantissime parti dell’ebraismo italiano che scelgono di non percorrere più la stessa strada, è un modello che non mi piace per nulla.

Guido Osimo, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

(4 maggio 2014)