Moked 5774 – A confronto sulla leadership
Ciò che una Comunità si aspetta dai suoi leader, rabbanim, ma anche presidenti e Consiglieri. Ma anche quel deficit di condivisione della vita ebraica nella sua pienezza quotidiana, quel “senso di solitudine” che il rav troppo spesso sperimenta nella sua kehillah. Il confronto al Moked 5774, il tradizionale grande ritrovo dell’ebraismo italiano, appena conclusosi a Milano Marittima, ha evidenziato molti spunti di riflessione a proposito del rapporto fra leader comunitari, politici e spirituali, e iscritti, tema al centro dell’edizione di quest’anno. Iscritti che, è stato messo in evidenza da più parti, si aspettano molto dalle proprie guide. Ma, come hanno ricordato vari rabbanim presenti, e come ha evidenziato il direttore del Dipartimento Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca, “non si può pensare di delegare la responsabilità della vita ebraica, dell’osservanza delle mitzvot, al rabbino, ognuno deve fare la sua parte”. Ognuno è partecipe e responsabile, ognuno è leader e può fare molto. Questo il messaggio forte emerso dai numerosi momenti di confronto nel corso del fine settimana, che hanno visto il coinvolgimento tra gli altri, del rabbino israeliano, già membro della Knesset, rav Haim Amsalem, ospite d’onore del Moked, di Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio rabbinico italiano, Scialom Bahbout, rabbino capo di Venezia, Ariel Di Porto, direttore dell’Ufficio rabbinico di Roma, Ygal Hazan, direttore della scuola ebraica del movimento chassidico Chabad-Lubavitch di Milano, Pierpaolo Pinhas Punturello dell’organizzazione Shavei Israel, Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna, Amedeo Spagnoletto, sofer, oltre che dello stesso rav Della Rocca. Dai servizi religiosi come la kasherut ai rapporti umani all’interno della Comunità, dagli approcci al tema della conversione ai possibili modelli di kehillah, il ritrovo ha confermato il suo ruolo di catalizzatore di dibattito fuori dagli schemi e dal confronto ideologicizzato, ha tenuto a sottolineare rav Della Rocca.
A discutere insieme alle guide spirituali infatti anche rappresentanti UCEI e di Comunità, che hanno partecipato con intensità alle sessioni di lavoro, confluite, dopo i workshop del venerdì, in una tavola rotonda “Leadership e guide spirituali oggi” moderata da rav Della Rocca che ha offerto un importante momento di riflessione nel corso dello Shabbat, con l’intervento di rav Bahbout, rav Hazan, David Sorani, vicepresidente della Comunità ebraica di Torino e del Consigliere UCEI Simona Nacamulli.
Nella giornata di domenica ancora un intervento di rav Amsalem sul rapporto tra leader politici e religiosi nello Stato d’Israele. “Una questione che rappresenta un tema centrale e meritevole di grande approfondimento anche per tutto l’ebraismo della Diaspora” ha sottolineato il presidente UCEI Renzo Gattegna durante la conferenza.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(4 maggio 2014)