Qui Torino – Jnet, le risorse di una rete consapevole
Consapevolezza sull’uso della rete come risorsa, valutare e capire i rischi del web, porre e porsi dei limiti in una dimensione, quella 2.0, che appare senza confini. Sono molte le domande e le riflessioni emerse nel secondo giorno di The Jewish State of the Net, il seminario dedicato alla presenza ebraica nel mondo della rete e dei social network organizzato a Torino dalla redazione di Pagine Ebraiche. L’iniziativa, patrocinata da Ordine dei Giornalisti, Circolo dei Lettori e Comunità ebraica di Torino, si è svolto ieri nei locali della comunità di piazzetta Primo Levi e ha visto protagonisti il giornalista della Stampa Giuseppe Bottero, l’esperto di web marketing Alberto Giusti, Maria Macioti, docente Istituzioni di sociologia e sociologia della religione alla Sapienza di Roma, il giornalista Ansa Beniamino Pagliaro e Paolo Prestinari, esperto di marketing e comunicazione. In rappresentanza dell’Ordine dei giornalisti, è invece intervenuto Giorgio Levi, tesoriere dell’Ordine piemontese, mentre a fare gli onori di casa è stato il presidente della Comunità ebraica di Torino Beppe Segre.
La rete è una risorsa di cui ancora non conosciamo l’infinito potenziale. Tutti utilizziamo internet nella nostra quotidianità, ormai dobbiamo considerarlo come un estensione della vita reale a cui accediamo con computer, smartphone, tablet. Una realtà che cambia però a una velocità accelerata, che si espande, produce nuove possibilità di cui molti ignorano l’esistenza. State of the Net, la rassegna triestina sul mondo 2.0 di cui Beniamino Pagliaro è uno dei creatori, si muove in questa maglia infinita di internet e delle nuove tecnologia per dare un quadro sulle novità del settore, aprire riflessioni, rilanciare idee. “Smart life è il tema di quest’anno – ha spiegato Pagliaro, intervenuto in video conferenza al seminario e tra creatori della start up Good Morning Italia – e fa riferimento alle possibilità che internet e il digitale possono dare, compensando la scarsità di risorse del mondo reale”. Alla manifestazione, che si svolgerà dal 12 al 14 giugno a Trieste, parteciperà quest’anno Dave Winer, inventore della moderna distribuzione dei contenuti sul web 2.0.
Si diceva delle opportunità che la rete permette e il mondo del giornalismo è uno dei settori in cui la rivoluzione tecnologica ha avuto il maggior impatto, riconfigurandone di fatto molti aspetti. Sapersi adattare a questa nuova dimensione è una delle sfide di quotidiani e media dell’informazione, sfruttando le porte che internet ha aperto. Tra queste, la necessità di reperire risorse. “Sono stato recentemente al Festival del giornalismo di Perugia e ho incontrato alcuni redattori dell’olandese The Corrispondent che tramite il crowdfunding sono riusciti a mettere in piedi la propria impresa editoriale”, ha raccontato Alberto Giusti, considerato in Italia uno dei massimi esperti di questo settore. Giusti ha poi sottolineato la necessità di approcciarsi al mondo virtuale con una “strategia digitale”, ovvero evitare di avventurarsi senza un progetto ben definito – vale per il giornalismo ma per ogni campo – per poter ottenere dei risultati. “Appetibilità e sostenibilità” la parole chiave secondo Paolo Presitinari, che, dopo aver dato vita ad ISide (la società pilastro del Portale dell’ebraismo italiano moked.it) si è lanciato in un’altra avventura: la piattaforma Fattore mamma, dedicato appunto alle madri. Iniziativa che dimostra il dinamismo che permette il web.
Un mondo, quell’online, capace di dare feedback immediati e che, come ha spiegato la professoressa Macioti, permette di aumentare la partecipazione delle persone e in ambito universitario ha semplificato i metodi di insegnamento (standardizzandoli però con il rischio di non incentivare il senso critico degli studenti). Questo enorme bacino di comunicazione che è la rete ha però bisogno di regole come dimostra il proliferare di invettive e insulti di cui ogni giorno social network e blog sono pieni. “Maggiore consapevolezza”, è secondo il giornalista Giuseppe Bottero – che ha recentemente intervistato Manfred Spitzer, autore del libro Demenza Digitale – la via necessaria per modificare questo approccio violento di molti utenti, che da Facebook e simili si sentono legittimati ad attaccare in modo virulento senza prendersi la responsabilità delle proprie parole. Le continue manifestazioni di becero antisemitismo ne sono una dimostrazione ma molti altri sono gli ambiti in cui il discorso spesso scade nell’insulto. Come nella vita reale, dunque, anche quella virtuale necessita di regole. Quali però è un quesito ancora aperto.
(7 maggio 2014)