“Beppe Grillo espressione del totalitarismo moderno”

rassegna“Beppe Grillo minaccia ammende ed espulsioni per i deputati che non votano come dice lui. L’ultimo a dire una cosa del genere è stato Stalin. O forse Hugo Chavez. Se l’avesse detto in Germania, avrebbe dovuto temere l’intervento della magistratura. La libertà di mandato dei parlamentari è uno dei fondamenti della democrazia. Mi verrebbe da dire che Grillo è espressione di un totalitarismo moderno”. Lo afferma il candidato alla presidenza della Commissione europea Martin Schulz in un’intervista a firma di Aldo Cazzullo che appare oggi sulla prima pagina del Corriere della sera.

Su Repubblica trasposizione integrale della lunga intervista concessa dalla Testimone della Shoah Renate Lasker-Harpprecht al settimanale tedesco Die Zeit. Numerosi i temi toccati: l’orrore di Auschwitz Birkenau, la lotta quotidiana per la sopravvivenza, l’indifferenza di tanti che voltarono le spalle. A Giovanni Di Lorenzo (direttore di Die Zeit) che le chiede se sia stato difficile tornare in Germania dopo la liberazione del campo, Renate risponde: “No. Ben presto dopo la liberazione mi sono imposta di non far decidere da Hitler il resto della mia vita. Per questo non ho avuto problemi con i giovani tedeschi che ho conosciuto nel servizio estero della BBC di Londra. E mi trovavo bene anche con la maggior parte delle persone che lavoravano con me alla televisione tedesca a Colonia”.

In uscita Un cuore in fuga (ed. Piemme) di Oliviero Beha, ricco volume dedicato all’impegno di Gino Bartali come staffetta clandestina e nasconditore di ebrei. Un intero capitolo riguarda la vicenda della famiglia Goldenberg, raccontata da Pagine Ebraiche nel dicembre del 2010 attraverso la testimonianza inedita del più giovane dei salvati. Sul Fatto Quotidiano uno stralcio del libro, presentato ieri al Salone di Torino.

Nelle librerie anche Ebrei contro Israele (ed. Salomone Belforte), ultimo saggio del giornalista Giulio Meotti che vuole essere un atto d’accusa verso quegli intellettuali ebrei che, a detta dell’autore, sarebbero impegnati a lavare “il peccato di Israele”. Ieri sul Foglio un’anticipazione dell’opera. Ad essere presi di mira, tra gli altri, il leader della rivolta del Ghetto di Varsavia Marek Edelman, la scrittrice torinese Natalia Ginzburg, gli scrittori israeliani Amos Oz, Abraham Yehoshua e David Grossman, il direttore d’orchestra Daniel Barenboim. “Gli ebrei italiani, da Cases a Gad Lerner, celebrano la frattura tra Diaspora e sionismo. Ne fanno una distinzione antropologica”, l’accusa di Meotti.

Intanto, proprio di queste ore, è la presa di posizione di Amos Oz contro gli episodi di vandalismo e le minacce alla comunità cristiana di Israele. “Esistono dei dolci nomi – l’affondo di Oz – per un mostro che deve essere chiamato per quello che è: gruppi neonazisti ebrei. I nostri gruppi neonazisti godono dell’appoggio di certi nazionalisti, di deputati razzisti e di rabbini che, dal mio punto di vista, forniscono loro una giustificazione pseudo-religiosa”. L’intervento è riportato in breve su Repubblica.

Lotta senza tregua al terrorismo e prosperità per i più poveri: sono le promesse con cui il generale Abdel Fattah Al Sisi ha debuttato nella prima settimana della campagna elettorale per le presidenziali in Egitto. Linguaggio e argomenti che, scrive Maurizio Molinari sulla Stampa, “puntano a rinnovare e rafforzare il consenso popolare che accompagnò il rovesciamento di Mohammed Morsi nel luglio del 2013”.

Torna la rubrica Alefbet di Daria Gorodisky sull’inserto La Lettura del Corriere. Ad essere raccontata è la storia degli Abayudaya, comunità nata negli anni Venti su iniziativa di un gruppo di abitanti dell’Uganda orientale che scelse di abbracciare l’ebraismo. Tracciando un parallalelismo con la vicenda di Donato Manduzio e dei suoi seguaci, Gorodisky parla di “San Nicandro d’Africa”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(11 maggio 2014)