Qui Torino – Voci inaspettate dell’Israele al femminile

salone libro naomi ragenEntrare in un mondo che per sua natura vive lontano dai riflettori e dalla rappresentazione mediatica. Svelarne le sfumature più complesse, speciali, talvolta drammatiche. Al Salone del Libro di Torino grande interesse per l’incontro con l’autrice israeliana Naomi Ragen (“L’amore proibito”, “Una moglie a Gerusalemme” e “L’amore violato” Newton Compton), organizzato dall’Associazione Italia-Israele, introdotto dal giornalista Angelo Pezzana con l’intervento di Elena Loewenthal, autrice e traduttrice, e della giornalista Fiamma Nirenstein.
“Le figure ritratte da Naomi affrontano il loro ruolo all’interno del mondo ebraico e nel riflettere e raccontare di sé, abbracciano l’intero universo femminile – ha sottolineato Loewenthal – La materia al centro dei suoi libri è scottante, perché si tratta di una realtà tradizionalmente chiusa, come quello ultraortodossa, che si tende a immaginare come monolitica e invece non lo è affatto. Nessuno come Naomi riesce a portare il lettore oltre quella porta invalicabile, con una letteratura popolare nell’accezione più positiva e alta del termine”.
Il grande amore per un paese e per il mondo a cui si appartiene, anche nel raccontarne le ferite e i momenti difficili. Questa la cifra più importante dell’opera di Ragen secondo Fiamma Nirenstein. “Naomi non rinuncia mai alla sua terra, alla religione, alla cultura, per quanto possano farla patire. Al centro dei suoi romanzi è la donna ebrea, le sue aspirazioni, i suoi desideri, ma anche le sue difficoltà”.
E a raccontare la sua vita, dove è nato quel fortissimo rapporto di amore verso l’ebraismo, verso Israele, è stata la stessa Naomi Ragen, nata e cresciuta in America in una famiglia non osservante, entrata nel mondo Modern Orthodox grazie alla sua scuola e poi trasferita in Israele dopo il matrimonio.
“Quando mi sono resa conto che nelle comunità ortodosse avvenivano determinati fenomeni, abusi e problemi, la mia prima reazione è stata lo shock. Come potevano persone che si dichiaravano religiose agire in quel modo? Scrivendo il mio primo libro, pensavo, ingenuamente, che avrei ricevuto solo gratitudine. Finalmente qualcuno apriva gli occhi. Devo dire che non fu esattamente quello che successe. Ma oggi a distanza di tanti anni devo dire che tante cose sono davvero cambiate: ci sono case rifugio, possibilità di ricevere ascolto e supporto. Penso che le mie critiche siano utili, proprio perché sono dettate dall’amore e non dalla voglia di distruggere”.
Uno il messaggio forte: leggere i libri di Naomi Ragen per scoprire un volto di Israele che non emerge spesso, quello descritto da “una donna, osservante e orientata politicamente a destra, diverso dunque da ciò che raccontano i più conosciuti scrittori dello Stato ebraico uomini, laici e di sinistra” come ha sottolineato la stessa autrice.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(11 maggio 2014)