Grillo: “Io oltre Hitler”

rassegnaNuovamente le parole del comico Beppe Grillo, in piena campagna elettorale per le Europee, scatenano la polemica, comparendo sui maggiori quotidiani nazionali (Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa tra gli altri). “Dicono che io sono Hitler? Io sono oltre Hitler. Senza di noi in Italia avreste i nazisti”, così il leader del Movimento Cinque Stelle ha voluto rispondere ieri dal palco di Torino alle accuse dell’ex premier Silvio Berlusconi che lo aveva paragonato a Hitler. Alla provocazione Grillo, risponde il premier Matteo Renzi che ammonisce, “ci sono cose del passato che non vanno citate neppure per scherzo, figuriamoci se vengono utilizzate come uno spot elettorale…”. Eppure la retorica politica delle ultime settimane ha abbondantemente attinto alle banalizzazioni di un passato tragico e che merita maggiori riflessioni. In una piazza Castello gremita ma con numeri lontani da quelli dello Tsunami tour dello scorso anno, Grillo ha lanciato anatemi in particolare contro la Germani. “Schulz? – ha affermato il comico, volendo affondare il colpo contro il candidato del Pse che lo aveva attaccato in precedenza – Dovrebbe ringraziare Stalin, senza il quale starebbe ancora con una svastica al braccio”.

Il Corriere, a firma di Alberto Melloni, riporta la notizia della volontà da parte della Knesset, il parlamento israeliano, di riconoscere il ruolo avuto da papa Giovanni XXIII durante la Shoah. “Yitzhak Herzog per l’opposizione, Uzi Landau per il governo, e ancora Amram Mitzna e il presidente Yuli-Yoel Edelstein – riporta Melloni – hanno detto che col suo essere cristiano papa Giovanni apri Israele al suo domani.

In memoria di Emanuele Pacifici. “Non era un letterato in senso stretto. Più che un bibliografo e molto più attento di un bibliofilo – ricordava a trenta giorni dalla scomparsa di Pacifici, rav Amedeo Spagnoletto sul Portale dell’ebraismo italiano moked.it – era un appassionato fidanzato del suo popolo e della sua comunità”. A riportare l’intervento di rav Spagnoletto su moked.it, l’Osservatore Romano che ricorda come “Pacifici ha avuto l’intuizione di pubblicare agili volumetti su tanti argomenti della vita ebraica, come il Kiddush, la mezuzah, la avdalah, i tellin”.

“A volte, i pamphlet sono boomerang. Ritornano indietro, e colpiscono tra capo e collo chi ha avuto l’improntitudine di lanciarli”. Lo storico Sergio Luzzatto interviene nell dibattito apertosi attorno al libro del giornalista del Foglio Giulio Meotti “Ebrei contro Israele”. Sul Sole 24 Ore compare la dura critica di Luzzatto: “invano si cercherebbe nell’intemerata di Meotti – scrive lo storico – una qualunque considerazione (lunga anche soltanto tre righe) sulla politica, sulla società, sulla cultura, sull’identità di Israele dopo i11967, cioè dopo la svolta storicamente rappresentata dalla guerra dei Sei Giorni. Nulla di nulla. Soltanto insulti, e il Dogma. Provare per credere”.

Il ruolo dell’ebraismo americano e britannico nella Prima Guerra Mondiale e nella Palestina mandataria. Rispondendo alla consueta lettera dei lettori del Corriere – in cui emerge una possibile interpretazione distorta della Storia dello scorso secolo – Sergio Romano si sofferma sul ruolo del mondo ebraico nella politica delle due realtà anglosassoni durante la prima metà del Novecento. “La tesi secondo cui gli ebrei americani – spiega Romano al lettore, che nella lettera paventava l’ipotesi di una pressione del mondo ebraico statunitense per ottenere l’intervento di Washington nella guerra del 14-18 – avrebbero agito per ottenere l’intervento degli Stati Uniti nel conflitto appartiene all’arsenale propagandistico di Hitler e di Goebbels”.

Prove di disgelo tra diplomazia israeliana e palestinesi. Come riporta l’Osservatore Romano, a Londra si sono infatti incontrati, seppur in un fuoriprogramma, il capo negoziatore israeliano Tzipi Livni e il presidente palestinese Mahmoud Abbas per un colloquio privato. “È il primo contatto tra le due parti da quando le trattative di pace si sono interrotte il mese scorso – ricorda il quotidiano – Entrambi i leader si trovavano a Londra per incontrare il segretario di Stato americano, John Kerry, impegnato in colloqui sulla Siria”.

Si muove sul mercato il magnate americano George Soros, recentemente ospite del Salone del Libro di Torino, e lo fa con investimenti importanti: Soros ha infatti annunciato l’acquisto di azioni della nota azienda israeliana SodaStream per 24,3 milioni di dollari. A riportarlo, il quotidiano torinese La Stampa che sottolinea anche la decisione del magnate di aumentare la sua quota all’interno del gigante della farmaceutica Teva, compagnia israeliana con sedi in tutto il mondo.

Su Avvenire il richiamo all’appuntamento di domani sera al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano in occasione della Giornata mondiale della lingua ebraica “Abbiamo una lingua. Eliezer Ben Yehuda”. Protagonisti dell’appuntamento milanese, lo studioso dell’ebraismo Haim Baharier, lo storico Alberto Cavaglion e la studiosa di lingua ebraica Sara Ferrari. La parte musicale è affidata alla cantante israeliana Yonit Shaked Golan.

Daniel Reichel

(18 maggio 2014)