La politica degli insulti
“In politica non c’è follia senza metodo e la peculiare follia italiana sembra essere arrivata, metodicamente, al suo fondo”. Così Stefano Bartezzaghi, su Repubblica, commenta la frequente evocazione di Hitler e di Auschwitz nel linguaggio politico, fenomeno che “non è storia, nemmeno revisionista; non è filosofia politica, non è narrazione”. L’analisi continua spiegando che Hitler e Auschwitz “assicurano titoli su giornali e telegiornali, sollevano nubi di confusa indignazione, tolgono la parola all’interlocutore deviandola verso i binari morti della confutazione storiografica o della ripulsa nauseata”. E, sulla degenerazione del linguaggio politico: “Senza tema di smentite, oltre a Hitler e Auschwitz non c’è nulla: si è raggiunto il limite estremo nella capacità di assordamento della comunicazione”.
Intervistato su Il Mattino Roberto Fico, parlamentare grillino e presidente della commissione di Vigilanza spiega che il riferimento di Grillo era a “Il grande dittatore di Chaplin” e sostiene: “Hitler? Un paradosso. Ora tutti ci inseguono”. Ricorda poi che il primo a utilizzare Hitler, Stalin e Pol Pot per i suoi paragoni politici è stato Berlusconi. La Nazione-Carlino-Giorno titola “Hitler, ebetino, salma, sciacallo. I leader fanno a gara di insulti” e riporta il fuoco incrociato di insulti degli ultimi giorni, in cui la violenza verbale sta dominando la campagna elettorale. Fino ad arrivare all’hashtag #OltreHitler, creato da Grillo.
La Stampa, insieme ad altre testate, riporta come Berlusconi, ribadendo che le sue parole sono state divulgate fuori contesto, e criticando comunque la stampa sia estera che italiana, abbia chiesto scusa a “coloro che si sono sentiti offesi” dalle sue recenti affermazioni sul fatto che i tedeschi non riconoscerebbero l’esistenza dei lager.
La vittoria del Maccabi Tel Aviv in Eurolega esce dalle pagine dei giornali sportivi per arrivare sul Corriere della Sera, che titola “Maccabi strepitoso: Real domato, l’Europa è sua”. Nella sorpresa più assoluta la squadra israeliana vince la sua quinta Eurolega ed è “Tutto esageratamente bello, grandissimo basket a Milano, e non poteva finire se non dopo un tempo supplementare, durante il quale la fionda di un piccolo re David abbatteva anche i giganti spagnoli”. Il Maccabi Tel Aviv su La Gazzetta dello Sport “Ha regalato le emozioni più grandi, ha compiuto rimonte straordinarie, ha eliminato la squadra più ricca d’Europa, ha battuto in finale quella che aveva dominato la stagione”. Un trionfo legato strettamente anche a un grande allenatore, e David Blatt è celebrato, sempre sulla Gazzetta, da un ritratto in cui cita Steve Jobs e il suo celebre “Wow!”.
A pochi giorni dalla riapertura, a Settimo Torinese, della palazzina gialla in stile liberty dove ha lavorato come chimico Primo Levi – trasformata in un luogo dedicato alla memoria e all’impegno civile – il Corriere della Sera ripropone un’edizione de La tregua e Liliana Picciotto ne ripercorre la narrazione di un’umanità disperata in cerca di se stessa, nel tentativo di recuperare una dimensione in cui ritrovarsi dopo i traumi e lo sradicamento subiti. Restando in cultura, sia Repubblica che Messaggero dedicano spazio a Philip Roth che ritorna in tv, “Ma è l’ultima volta”. Dopo la decisione del 2012, quando dichiarò di aver deciso di smettere di scrivere, ha accettato un colloquio con il regista Alan Yentob, che verrà messo in onda dalla BBC domani sera nel Regno Unito. Per la giornata mondiale della lingua ebraica Haim Baharier, sulle pagine milanesi del Corriere, scrive che “Ha ragione chi sostiene che la lingua ebraica sia lingua povera. Ha ragione chi sostiene sia invece ricca” e continua spiegandone gli aspetti contrastanti che non sono mai del tutto opposti, i panorami mutevoli e sempre imprevedibili, e la grande ricchezza. Le Monde presenta un documentario di Chochana Boukhobza dedicato ai piccoli eroi del ghetto di Varsavia – che sarà trasmesso da France 3 – e sul Giornale e sul Corriere vengono raccontate le polemiche suscitate da “Welcome to New York”, il film di Abel Ferrara su Dominique Strauss-Kahn che viene definito da varie parti brutto, insulso e antisemita.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(19 maggio 2014)