Dopo i fatti di Bruxelles – Cultura a porte aperte
Sinagoghe, musei, Comunità ebraiche di tutta Italia a porte aperte per testimoniare la propria solidarietà alle vittime dell’attentato di Bruxelles e per lanciare un forte messaggio di unità all’opinione pubblica. “Entrando in questo luogo idealmente si abbraccia e si respinge l’intimidazione. Quando si va in un museo lo si fa per sete di sapere. Per conoscere l’altro, per conoscersi. Questa per noi è la migliore medicina per combattere l’antisemitismo”. Sono le parole con cui il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici ha aperto la cerimonia svoltasi al Museo ebraico della Capitale che fa da ponte con l’iniziativa di solidarietà portata oggi in loco da una delegazione comunitaria (che incontra anche il primo ministro italiano Matteo Renzi, in missione a Bruxelles). Ad intervenire anche il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che ha lanciato un appello di unità a tutte le forze democratiche; il rabbino capo Riccardo Di Segni, che ha ricordato che “quando in Europa non c’è futuro per gli ebrei non ce n’é per nessuno”; il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore Paolo Masini in rappresentanza di Roma Capitale. Presenti all’evento, tra gli altri, l’ambasciatore dello Stato di Israele in Italia Naor Gilon e il suo omologo belga Mertens de Wilmars. Quest’oggi a Bruxelles Pacifici ha intanto dichiarato: “L’intenzione della Lega Nord di allearsi con Le Pen mette questo partito fuori dal contesto democratico. Lo abbiamo espresso in privato a Maroni e Salvini e attendiamo chiarimenti. Se così dovesse essere, per noi la Lega sarà un partito xenofobo come Jobbik, Alba Dorata e Fronte Nazionale”.
“La società civile del nostro Paese non può restare indifferente a tale attacco alla democrazia e alla pacifica convivenza delle diverse componenti etniche, religiose e culturali, che rappresentano la vera ricchezza dell’Europa”, aveva affermato in una nota il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni. L’appello ai ai musei ebraici italiani era quindi quello, in un giorno della settimana in corso (che prelude alla celebrazione della festa della Repubblica nata dalla Resistenza al nazifascismo e alla solennità di Shavuoth, che ricorda la concessione della Torah al popolo ebraico), di “aprire le loro porte, accogliendo gratuitamente tutta la cittadinanza”.
A ulteriore conferma di quanta emozionalità vi sia in queste ore nelle varie città d’Italia per i fatti di Bruxelles sono le iniziative delle scorse ore e quelle in fase di realizzazione. Porte aperte ad esempio al Memoriale della Shoah di Milano. “Siamo qui per testimoniare la nostra solidarietà alla comunità ebraica di Bruxelles – ha sottolineato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Memoriale Roberto Jarach – Assistiamo con preoccupazione al ritorno di un clima che non avremmo mai più voluto vivere. Per questo oggi è importante essere in un luogo che è pensato proprio per costruire gli anticorpi della società contro l’antisemitismo, il razzismo e l’intolleranza”. A intervenire anche il presidente della Fondazione e direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli. “Di fronte al rapido scorrere della cronaca, il rischio è quello di dimenticare facilmente, di non prestare attenzione. La nostra presenza oggi vuole avere un significato di testimonianza civile”. “Mi ha inquietato particolarmente, nel vedere le immagini, la somiglianza con l’attentato alla sinagoga di Roma del 1982, la scelta di guardare in faccia le persone, e a quel punto sparare” le parole del rabbino capo di Milano Alfonso Arbib. “Non passiamo come se nulla fosse alla prossima notizia, non aspettiamo che accada di nuovo”. “Se il silenzio di fronte all’orrore sembra sempre essere la risposta migliore, il silenzio non deve però significare oblio” ha rimarcato il Consigliere della Comunità ebraica Gadi Schoenheit.
Vicinanza e sgomento per l’accaduto sono stati espressi anche dai tanti cittadini e rappresentanti delle istituzioni che hanno preso ieri la parola: il vicesindaco Ada De Cesaris, il Consigliere provinciale Bruno Dapei, le delegazioni di Aned e Anpi, il rappresentante della Comunità armena Pietro Kuciukian , Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, la foresta dei Giusti.
Momenti di raccoglimento in numerose sinagoghe. Ad accogliere la cittadinanze, tra le altre, le Comunità di Bologna, Livorno e Merano. A Vercelli accesa una candela davanti alla sinagoga. Nella Comunità altoatesina ad unirsi alla kehillah e alle istituzioni è stato anche un gruppo di cicloamatori israeliani che seguono in queste ore il Giro d’Italia. Nel pomeriggio odierno invece una cerimonia è prevista in piazzetta Primo Levi a Torino. Alle 18.30 l’intervento del semiologo Ugo Volli. Ad accompagnare l’evento è la seguente domanda: “Quale presente e quale futuro si prospettano per le Comunità ebraiche d’Europa e per le società civili europee nel loro complesso?”.
Di questa mattina l’annuncio che un’apertura straordinaria del Museo avverrà nella serata di giovedì anche a Firenze (con Venezia che farà presto lo stesso), mentre la Comunità di Parma si è attivata per far sì che un momento di commemorazione venga inserito all’interno della cerimonia conclusiva del premio Shevilim in programma domenica prossima al museo ebraico Fausto Levi di Soragna. “La comunicazione è già stata diffusa alle istituzioni locali”, spiega il presidente della Comunità parmigiana e consigliere UCEI Giorgio Giavarini.
(27 maggio 2014)