La visita di Bergoglio in Israele, molte luci e qualche ombra
Papa Francesco ha effettuato a Gerusalemme una visita lampo (da domenica pomeriggio a lunedì sera), ma ha fatto in tempo a bloccare la città per ore e ore, anche perché, avendo egli rifiutato un veicolo blindato, è stato necessario prendere larghi margini di sicurezza. Le strade centrali sono rimaste chiuse e la circolazione è divenuta caotica.
Lo scopo della sua visita è chiaramente indicato sul sito Vaticano, come si può leggere nel discorso papale. Il titolo è ”Pellegrinaggio in Terra Santa in occasione del cinquantesimo anniversario dell’incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora (24-26 maggio 2014)”. Senza dubbio questo è lo scopo principale della visita-lampo durante la quale Francesco ha incontrato, se non erro, tre volte il Patriarca greco-ortodosso Bartolomeo. È importante capire che un incontro epocale simile può avvenire solo a Gerusalemme, alla quale entrambi sono legati e dove c`è un santuario, la Chiesa del Santo Sepolcro, che a entrambi appartiene. Dopo la scissione del 1054, una possibile riunione è evidentemente di enorme importanza per entrambi ed è bene che si prepari proprio qui.
Al Muro del Pianto, Papa Francesco ha introdotto un biglietto col Padre Nostro, in spagnolo, appoggiandosi ai resti del Tempio di Gerusalemme e chiamando gli ebrei “fratelli maggiori”.
Dal punto di vista ebraico la tappa-novità è stata la visita con corona di fiori alla Tomba di Teodoro Herzl. Traggo alcune notizie dal mio libro: “Il Vaticano, la Terra Santa e il Sionismo” (Bompiani, 1988). Herzl ottenne finalmente l’udienza di Papa Pio X, grazie a un pittore, il conte De Lippay, incontrato per caso a Venezia. Il 22 gennaio 1904 Herzl fu ricevuto dal Segretario di Stato vaticano, Merry del Val. Questi disse che la Chiesa era disposta a dare protezione agli ebrei poiché essi erano necessari alla Chiesa come testimoni della punizione divina. Ma la Chiesa non accettava che gli ebrei governassero di nuovo la Palestina. Tre giorni dopo Herzl fu ricevuto in udienza da papa Pio X. Questi fu almeno franco e disse : “Non possiamo favorire gli ebrei nel possesso dei Luoghi Santi. O gli ebrei rimarranno attaccati alla loro antica fede e allora essi negano la divinità di Gesù, e noi non possiamo aiutarli, oppure andranno lì senza nessuna religione, e allora meno che mai possiamo avere a che fare con loro. La fede ebraica è stata il fondamento della nostra , ma è stata sostituita dall’insegnamento di Cristo”. Dopo più di un secolo, un Papa va a deporre una corona di fiori sulla tomba di Herzl: è un fatto importante e va sottolineato.
Poi il Papa è stato ricevuto a Yad Vashem, ma in nome del “volemose bene” nessuno ha ricordato Pio XII e il suo silenzio durante la Seconda Guerra mondiale. Il papa ha tenuto un breve discorso che terminava così: “Eccoci Signore con la vergogna di ciò che l’uomo, creato a tua immagine e somiglianza, è stato capace di fare”. Nelle sei ore di visita all’Autorità palestinese, il Papa è stato condotto al muro di separazione nei pressi di Betlemme. Nessuno gli ha spiegato che senza quel muro gli israeliani avrebbero subito ancora più vittime.
Però Francesco non ha esitato a entrare nel vivo del conflitto israelo-palestinese, invitando il Presidente Mahmud Abbas, insieme al Presidente Shimon Peres, a unirsi a lui in una preghiera a D-o per il dono della pace. “Io offro la mia casa in Vaticano – ha detto il Papa – come posto per un incontro di preghiera”. Padre Federico Lombardi ha detto alla Radio vaticana che prima di annunciare il risultato dell’invito del Papa, il Vaticano aspetterà la conferma degli invitati.
Shimon Peres ha organizzato nella sua residenza presidenziale un grande ricevimento per il Pontefice. Quest’ultimo ha poi ricevuto nel centro Cattolico di Notre Dame, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Anche cinque anni fa durante la visita di Benedetto XVI, Netanyahu si era recato a Nazaret al locale convento francescano per incontrarvi Benedetto XVI. Nessuna spiegazione fu fornita, né allora, né oggi, per questo strano cerimoniale. In mattinata dopo la visita a Yad Vashem, il Pontefice è stato ricevuto dai due Gran Rabbini di Israele al Rabbinato centrale. Nel pomeriggio Papa Francesco ha incontrato nuovamente, il Patriarca greco-ortodosso Bartolomeo che, come abbiamo segnalato all`inizio, costituisce lo scopo principale della visita di papa Francesco.
Nelle sue considerazioni, il Papa ha dichiarato “no alla violenza in nome di D-o”, e ha sostenuto la tesi di due Stati (israeliano e palestinese) per raggiungere la pace. Egli ha deplorato il “criminoso atto di antisemitismo” effettuato sabato a Bruxelles contro il Museo ebraico. La televisione di Stato ha ospitato due professoresse che insegnano il Cattolicesimo senza la minima critica.
Lunedì sera, il Papa ha preso il volo per tornare a Roma dopo giornate molto intense e probabilmente non facili per lui.
Sergio Minerbi, diplomatico
(27 maggio 2014)