Goethe…

“Nostra prima cura fu quella di studiare bene la città, assai facile da osservarsi superficialmente ma difficile da conoscere; facile perché una strada lunga alcune miglia l’attraversa dalla porta inferiore a quella superiore, ossia dalla marina sino al monte, ed è a sua volta incrociata da un’altra pressappoco a metà, dimodoché ciò che si trova su queste due linee è comodamente visibile; la città interna, al contrario, disorienta lo straniero, che può dirigersi in tale labirinto solo con l’aiuto d’una guida. Al crepuscolo dedicammo la nostra attenzione alla fila di carrozze con le quali i notabili compiono la loro famosa passeggiata a mare fuori cinta, per godere l’aria fresca, far conversazione e darsi a ogni sorta di corteggiamenti. Due ore prima di notte era spuntata la luna piena, diffondendo sulla sera un incanto indicibile. L’orientamento verso nord di Palermo produce un singolarissimo rapporto della città e della riva con le luci del cielo, non lasciandone mai scorgere il riflesso nei flutti. Così fu che anche oggi, quantunque la giornata fosse del più bel sereno, il mare ci apparve di un color azzurro cupo, severo e opprimente, mentre a Napoli, da mezzodì in poi, esso brilla sempre più sereno, più ridente, più vasto[…]”

Shabbat Shalom lasciando Palermo con le parole di Goethe di martedì 3 Aprile 1787.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(30 maggio 2014)