Antisemitismo – Bruxelles e le responsabilità di un comico
“Ciò che è appena successo era prevedibile. Era destinato ad accadere. Negli ultimi anni siamo stati testimoni di un affrancamento della retorica antisemita. È tornata a crescere, soprattutto attraverso i discorsi del comico Dieudonné e il politico Laurent Louis”. Joel Rubinfeld della Lega belga contro l’antisemitismo, all’indomani dell’attentato al Museo ebraico di Bruxelles, puntava il dito contro il serpeggiare in Europa di un male tragicamente noto nel Vecchio Continente: l’antisemitismo. E per Rubinfeld sul banco degli imputati, tra i responsabili indiretti di quanto accaduto nella capitale belga – cuore delle istituzioni dell’Unione Europea – devono salire i “predicatori d’odio” Dieudonné M’Bala M’bala, comico francese noto per le posizioni antisemite, e Laurent Louis, politico belga che si presenta come un anti-sionista. Ora, l’attentatore di Bruxelles sembra essere stato fermato a Marsiglia, restano da arginare le parole di odio che favoriscono un clima pericoloso per la minoranza ebraica e non solo.
In un lungo articolo pubblicato dall’americano Tablet, il giornalista e scrittore Marc Weitzmann analizza il perché Rubinfeld si sia spinto ad additare Dieudonné e Louis come, in una qualche misura, responsabili dell’attentato di Bruxellles. Da ricordare la risposta di Louis alle affermazioni del responsabile della Lega belga contro l’antisemitismo: per il leader di Debout les Belges (Alzatevi belgi), l’attacco di Bruxelles avrebbe potuto essere un falso operazione che cercava di screditare lui e il suo partito politico alla vigilia delle elezioni federali del Belgio. “Non sono antisemita ma antisionista”, si giustificava Louis rilanciando poi velenose teorie. “Lasciatemi d’altro canto dire che trovo molto sospetto che l’attacco alla comunità ebraica sia stato fatto alla vigilia delle elezioni”.
Noto alle cronache del suo paese per un ego da provocatore, Louis nel 2013 espresse il suo supposto antisionismo scrivendo parole deliranti sul suo profilo Facebook, parole mosse dal più bieco antisemitismo, legate alle teorie cospirazioniste sulla Shoah. Per il politico belga, che aveva accusato il suo primo ministro Elio Di Rupo di essere un pedofilo, la Shoah e la Seconda Guerra Mondiale sarebbero il frutto di un fantomatico piano sionista per far nascere lo Stato di Israele. Questa visione distorta del mondo, lo ha avvicinato a Diuedonné di cui è diventato un sostenitore. Entrambi si professano anti-sionisti per mascherare il loro antisemitismo. Entrambi hanno poi legami con l’estremismo islamico: Louis, prima di fondare il suo Debout les Belges, aveva militato per qualche tempo all’interno del partito Islam, un piccola realtà che sembrerebbe avere rapporti con l’Iran.
Chi con Teheran avrebbe un legame è il “partito antisionista”, di cui fa parte Dieudonné, guidato da Yahia Gouasmi , un imam sciita francese che sostiene di aver incontrato Khomeini nel 1978 durante il suo esilio in Francia. Non solo, stando alle parole di un altro antisemita camuffato da antisionista, il francese Alain Soral il partito di cui sopra avrebbe ricevuto 3milioni di euro dall’Iran per la sua campagna elettorale. I tre personaggi citati, Diuedonné, Louis e Soral sono stati più volte immortalati mentre facevano la quenelle: il gesto inventato dal comico francese che ricorda il saluto romano. Un saluto che dovrebbe essere “antisistema” ma di cui è difficile negare l’intento antisemita e nostalgico. Con questi presupposti, la loro retorica di basso livello gioca sulle pulsioni della gente per ottenere successi politici: purtroppo antica e ben conosciuta, l’arma del capro espiatorio viene sfruttata da Diuedonné in Francia e Louis in Belgio per accrescere il loro successo personale. Un tentativo da arginare, a maggior ragione dopo i fatti di Bruxelles.