Roma – Memorie d’Europa, memorie di tutti
Atto conclusivo a Roma, presso la Camera dei Deputati, del progetto European Cosmopolitanism and Sites of Memory through Generations (Ecosmeg). Il progetto, sostenuto dalla Commissione Europea per la Memoria Attiva Europea (EACEA), ha visto negli ultimi diciotto mesi unirsi nel nome della ricerca sulla memoria della Shoah cinque atenei d’Europa – “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna-Forlì, Università della Calabria, di Teramo, di Tirana (Marin Barleti”) e di Zagabria, sedi di altrettante unità operative. Al termine di un lungo e commosso minuto dedicato ai caduti di Bruxelles, hanno preso la parola i responsabili scientifici delle varie unità, rispettivamente Maura de Bernart, Paolo Coen, Fausta Gallo, Eurona Leka e Hrvoje Spehar: ciascun responsabile ha introdotto le relazioni dei giovani studiosi che hanno preso parte attiva alla ricerca. Tra gli altri Cesira Bellucci, Alessandra Carelli, Chiara Cerri, Sabrina Evangelista, Cassandra Fraccaro, Ivan Granic, Dominik Knezovic, Fabio Orlando, Elena Scarcelli e Renata Simic. I contenuti dell’Università di Tirana hanno invece preso la forma del documentario “Kavaja: a story to be unfold”, con ricerca storica di Dorian Jano. Un progetto dal taglio fortemente e intenzionalmente multidisciplinare, come richiesto dagli attuali standard europei, del quale lo storico Simone Misiani ha ritessuto le qualità nell’approccio metodologico. Come da titolo, il progetto vede al centro la conoscenza e la trasmissione museologica dei luoghi della memoria, da alcuni ben noti – come per esempio il campo di concentramento Ferramonti di Tarsia, vicino Cosenza, quello sull’isola di Rab/Arbe in Croazia o quello di Isola Gran Sasso vicino Teramo – ad altri luoghi ‘minori’ di detenzione o confino: i cosiddetti microcampi. A sottolineare l’importanza, anzi la necessità degli uni e degli altri sul piano della pedagogia, è stata Milena Santerini: “Del resto, la storia senza memoria non convince i giovani. Vi è dunque bisogno dei luoghi, della loro autenticità”. Il convegno, moderato da Paolo Rago dell’Ambasciata d’Italia a Tirana, si è giovato in apertura il saluto di Damir Grubisa, ambasciatore di Croazia in Italia. “Non solo come diplomatico, ma anche come professore universitario apprezzo le qualità scientifiche del progetto, sentendomi vicino all’Italia e alla necessità di portare in avanti la memoria della Shoah. Anche in Croazia, naturalmente: del resto, noi nei Balcani siamo soliti produrre più memoria, più storia, di quanto ne riusciamo a digerire”.
(3 giugno 2014)