Insieme per la pace
Il quadro pittoresco dei giardini vaticani, parole di speranza, note struggenti, abbracci e strette di mano, l’ulivo simbolico piantato, nel segno del dialogo, dai tre protagonisti della serata, il padrone di casa, papa Jorge Bergoglio, il presidente israeliano Shimon Peres e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. I giornali di oggi dedicano ampio spazio a raccontare l’incontro di preghiera a molte voci che ha riunito leader delle tre grandi religioni monoteiste per rivolgere un pensiero alla pace (per un resoconto generale, tra gli altri, Gian Guido Vecchi sul Corriere e Giacomo Galeazzi sulla Stampa).
Grande attenzione è riservata al mondo ebraico e alle diverse sensibilità espresse rispetto all’iniziativa di Bergoglio. Scrive, sul Corriere della Sera, Paolo Conti: “L’incontro voluto da papa Francesco ha anche un risvolto negli equilibri interni all’ebraismo italiano. C’è una chiara differenza di valutazioni tra l’Unione nazionale delle comunità ebraiche, guidata da Renzo Gattegna, e la comunità romana, la più popolosa e forte, condotta da Riccardo Pacifici e spiritualmente affidata al rabbino Riccardo Di Segni”.
“Una cerimonia significativa, un momento di raccoglimento al quale ho aderito affinché pace e comprensione reciproca possano sempre trionfare oltre ogni divisione politica, culturale e religiosa Esprimo quindi profonda gratitudine per l’iniziativa di papa Bergoglio” le parole di Gattegna riportate nell’articolo di Conti, che prosegue “L’assenza del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni (dovuta ad ‘altri impegni’) arriva dopo la sua netta critica apparsa su ‘Pagine ebraiche’ di giugno: ‘Trattandosi di un incontro religioso sfugge il significato della presenza di una figura chiaramente laica come quella di Peres, che non mi sembra un assiduo frequentatore di luoghi di preghiera e che mi sorprenderebbe iniziasse a esserlo a casa del papa. E un’impostazione alla quale guardo non soltanto con perplessità ma che trovo anche pericolosa’. E anche Pacifici, appena finita la cerimonia, protesta per l’assenza di riferimenti chiari al mondo ebraico nel discorso di Abu Mazen. Un equivoco poi chiarito e dovuto probabilmente a una differenza nei testi distribuiti alle delegazioni e poi battuti dalle agenzie. Comunque Pacifici sottolinea ‘come alla base di ogni trattativa politica debbano esserci i valori condivisi e il rispetto nei confronti del prossimo. L’iniziativa di papa Francesco dovrà però essere solo il primo tassello di un lungo percorso’”.
Parte della delegazione anche il rabbino capo di Firenze Joseph Levi (Nazione). A raccogliere varie voci dal mondo ebraico, partendo dall’approfondimento pubblicato su Pagine Ebraiche di giugno, anche Carlo Marroni sul Sole 24 Ore.
Sulla Stampa un trafiletto fa notare “la freddezza” del premier israeliano Benjamin Netanyahu che non ha commentato l’incontro. Ancora il quotidiano torinese propone un’analisi di Maurizio Molinari dedicata al forte cambiamento in corso rispetto alle dinamiche geopolitiche e strategiche che offre all’Italia la possibilità di giocare un ruolo da protagonista nell’area mediorientale. Da segnalare poi gli interventi di due grandi scrittori da sempre impegnati sul fronte del dialogo e della conoscenza, Amos Oz, che firma un commento per il Corriere e Abraham Yehoshua, intervistato dalla Stampa.
Sullo sfondo di un evento dal forte impatto simbolico e mediatico, il dipanarsi di una realtà difficile. A ricordare per esempio le difficoltà che circondano il nuovo governo di unità nazionale palestinese che vede la formazione di Abu Mazen Fatah riconciliata con il gruppo terroristico di Hamas è, tra gli altri, Fiamma Nirenstein sul Giornale.
“Comunisti, massoni, alcuni ebrei”. Sarebbero questi secondo il Tempo, i gruppi che si oppongono alla beatificazione di Pio XII, che ripropone triti stereotipi in un approfondimento dal titolo “Papa Pio XII, tutti santi tranne lui – La causa di beatificazione avviata insieme a quella di Giovanni XIII. Francesco: ‘Serve il miracolo’. Frenata dalla disinformazione dei comunisti a causa della scomunica E dei massoni sempre influenti”. A parlare in favore di Pio XII, intervistato dal Tempo, anche Andrea Riccardi di Sant’Egidio, che firma anche un commento alla preghiera per la pace sul Corriere.
La leader del partito di estrema destra francese Front National Marine Le Pen critica il padre e fondatore di Fn Jean Marie dopo un commento pesantemente antisemita che invocava “un’altra infornata” per gli ebrei critici nei loro confronti (Corriere). Tuttavia leggendo le parole di Marine di fronte alla gravità dell’affermazione, è decisamente eccessivo parlare di “strappo” o “sconfessione” come fa per esempio, il Giornale: “Sono convinta che il senso attribuito a quelle parole è frutto di un’interpretazione maligna. Ciò non toglie che, con la lunghissima esperienza politica di Jean-Marie Le Pen, non aver saputo immaginare in anticipo l’interpretazione che sarebbe stata fatta di quella formulazione è un errore politico di cui il Front National subisce le conseguenze”.
Repubblica denuncia la nascita de “l’internazionale nera d’Europa”.
Cultura. Su Corriere Roma una riflessione sullo studio della Resistenza nella Capitale. Corriere Milano anticipa lo spettacolo dedicato alla famiglia Singer che andrà in scena domani al Teatro Parenti. “Un teatro nel nome di Arnoldo”: questo l’appello della vedova Foà per il ricordo del grande attore recentemente scomparso (Corriere). Sul Fatto quotidiano una approfondita anticipazione della mostra delle opere d’arte che raccontano la persecuzione e i lager che verrà esposta al Museo della Shoah di Roma.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(9 giugno 2014)