Fondazione beni culturali ebraici – “La nostra sfida verso il futuro”
“La nostra è una sfida, un dovere morale verso l’ebraismo e verso chi ha sempre creduto nella necessità di valorizzarne l’immenso patrimonio culturale e artistico”. Da maggio 2013 alla guida della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, il presidente Dario Disegni ha le idee ben chiare sulla direzione da imprimere alle ente nato nel 1986 per volontà di Tullia Zevi. Ed è proprio nel solco di Zevi, spina dorsale dell’ebraismo italiano del Novecento, che Disegni e il nuovo consiglio della Fondazione hanno deciso di proseguire l’impegno dell’ente nella tutela e promozione delle ricchezze di cui le realtà ebraiche italiane sono custodi. “Ne sono un esempio – spiega Disegni – le circa 150 opere realizzate da quindici artiste straordinarie, protagoniste della mostra Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica della Galleria d’Arte Moderna di Roma. Quindici donne ebree che hanno lasciato il proprio segno nel panorama culturale del Novecento italiano”. La mostra capitolina è l’emblema del nuovo corso della Fondazione che, a onor del vero, si dirama lungo diverse strade: al fianco della promozione, troviamo la conservazione dei beni culturali, con il prosieguo e l’avvio di progetti di restauro ma anche il servizio di consulenza per le comunità e di assistenza, come nel caso del supporto per i beni danneggiati dal terremoto del 2012 in Emilia Romagna e in Lombardia. “Per portare avanti quelli che sono gli obiettivi istituzionali della Fondazione, il nuovo consiglio ha iniziato un intenso lavoro di rilancio delle sue attività”. Una vera e propria strategia di lungo termine che ha tra i suoi punti cardine l’opera di catalogazione del patrimonio ebraico italiano. “Un lavoro rimasto fermo agli anni Ottanta e ora, dopo la chiusura di un bando dedicato, in fase di aggiornamento grazie alla professionalità di due ricercatrici”, spiega Disegni, che da tempo ricopre ruoli di responsabilità nel mondo delle fondazioni e delle istituzioni culturali e museali.
In questo rinnovamento è coinvolto anche il sito internet dell’ente. “Per realizzare al meglio il piano di promozione del patrimonio culturale e per far conoscere le nostre iniziative, un sito attrattivo e l’avvio di una presenza sui social network erano punti indispensabili. La piattaforma – ricorda il presidente Disegni – sarà uno strumento utile per richiamare l’attenzione sui progetti e le iniziative della Fondazione ma anche un luogo virtuale per conoscere di più delle ricchezze dell’ebraismo italiano così come un servizio informativo e di consulenza per le comunità sulle opportunità di partecipare a bandi europei o per ottenere finanziamenti da fondazioni private italiane”. Le potenzialità del mondo virtuale giocano un ruolo importante anche per il reperimento di fondi (oltre alla possibilità di donare il 5×1000 all’ente), indispensabili per continuare e avviare progetti di tutela dei beni ebraici italiani come il restauro del Sefer Torah di Biella – portato avanti da rav Amedeo Spagnoletto e che Disegni definisce un progetto esemplare della necessità e del valore degli interventi specifici portati avanti dalla Fbce. Dal sito partiranno iniziative di crowdfunding e ci sarà la possibilità di effettuare donazioni. “Essendo la Fondazione una onlus – ricorda Disegni – per ogni eventuale donazione è prevista la deducibilità fiscale, elemento importante in questo ambito”.
Il significato delle iniziative portate avanti dalla Fondazione risiede nel concetto di rafforzare da una parte le radici identitarie dell’ebraismo italiano, recuperando e restaurando il suo passato, dall’altro nella volontà di far conoscere questo passato alla società italiana. La storia italiana si intreccia infatti indissolubilmente con quella ebraica: da Roma a Milano, da Torino a Trieste, gli ebrei hanno sempre avuto un ruolo nel corso dello svolgersi della narrazione di questo paese. Ne sono un esempio gli eventi della Fondazione in programma per il prossimo futuro: “la mostra della Gam, curata da Marina Bakos, Olga Melasecchi e Federica Pirani riprende le suggestioni di un’esposizione proposta a Padova lo scorso anno e realizzata grazie all’impegno della Comunità ebraica della città”. La mostra capitolina allarga gli orizzonti, aprendo spunti di riflessione sull’intreccio tra arte, identità ebraica e ruolo della donna. “Tutte le artiste presenti sono di assoluto valore e la mostra ha il merito di riportare i riflettori su queste figure poco conosciute al grande pubblico”, sottolinea Disegni. E la dimensione dell’evento romano oltrepassa i confini nazionali, inserendosi nel quadro delle iniziative per la Gionata Europea della Cultura ebraica, evento internazionale che coinvolge oltre trenta paesi e il cui tema di quest’anno è Donne ed ebraismo.
“Neanche il tempo di chiudere a Roma – ricapitola il presidente della Fondazione – che in ottobre si aprirà subito un’altra esposizione a Torino intitolata Judaica Pedemontana, che farà conoscere per la prima volta al pubblico lo straordinario fondo di volumi ebraici della Biblioteca Nazionale Universitaria della città sabauda. La mostra è curata dal direttore Andrea De Pasquale mentre i volumi provengono dalle collezioni dei Savoia. La manifestazione prevederà anche un convegno con i direttori di diverse Biblioteche nazionali d’Europa e la sua apertura coinciderà con il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. L’esposizione ha ricevuto il patrocinio del ministero dei Beni Culturali – così come la mostra sulle artiste del Novecento – un segno della grande collaborazione della Fondazione con le istituzioni nazionali che coinvolge anche le diverse realtà territoriali. E qui l’esempio sono le citate attività di Roma e Torino a cui nel 2016 si aggiungerà Firenze in occasione delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell’alluvione che devastò la città toscana, danneggiando anche decine di sefarim della comunità ebraica cittadina. Molti, ormai troppo danneggiati, furono sepolti nel cimitero ebraico, altri sono stati restaurati e altri ancora sono in attesa di restauro. “È con grande piacere che posso annunciare la sigla di un accordo con la Biblioteca Nazionale di Firenze per aprire, nei giorni in cui si ricorderà la tragedia, una esposizione dedicata ai preziosi volumi danneggiati”.
“Lo sforzo è dunque grande – afferma il presidente Disegni – ma i consiglieri stanno lavorando attivamente per portare a compimento le diverse sfide che ci aspettano”. E per poter promuovere al meglio il patrimonio ebraico italiano, Disegni sottolinea l’indispensabile necessità di creare sinergie con le diverse comunità ebraiche italiane. Da qui, la decisione del nuovo consiglio di svolgere in diverse sedi le proprie riunioni (come accaduto con Torino e Firenze), in modo da stringere rapporti più solidi con le realtà locali, attraverso ad esempio la realizzazione di eventi, incontri o visite, come il caso di Firenze con il cimitero ebraico di via Ariosto (a fare da guida il vicepresidente della Fondazione Renzo Funaro, che ha illustrato lo stato dei restauri di un luogo pieno di fascino e storia). “Occorre fare rete – spiega Disegni – per poter valorizzare al meglio le ricchezze che abbiamo ad esempio proponendo itinerari ebraici in Italia, sulla base del grande lavoro raccolto nella guida realizzata da Annie Sacerdoti (vicepresidente della Fbce). Il mondo ebraico è un punto di riferimento insostituibile di questo paese ed è giusto che le persone lo sappiano”.
Daniel Reichel, Pagine Ebraiche, giugno 2014
(10 giugno 2014)