Palatucci, presto la verità
Ancora pochi giorni e sarà pronta la relazione conclusiva sull’operato di Giovanni Palatucci scritta dagli studiosi che sotto l’egida della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, e a seguito dal mandato conferito in questo senso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, hanno indagato sulla vita dell’ex questore di Fiume riconosciuto Giusto tra le Nazioni nel 1990. Un’iniziativa che si è resa necessaria con l’emergere di alcune ombre attorno alla sua figura e che è finalizzata a sgombrare il campo da ogni equivoco o possibile fraintendimento. La data individuata per la consegna del documento è il prossimo 17 giugno, come spiegato dal direttore del Cdec Michele Sarfatti in una recente intervista all’Adnkronos (autore Gerardo Picardo). A coadiuvarlo nella ricerca e nell’analisi dei dati raccolti un qualificato team di addetti ai lavori composto da Mauro Canali (Università di Camerino), Matteo Luigi Napolitano (Università degli Studi Guglielmo Marconi), Marcello Pezzetti (Fondazione Museo della Shoah di Roma), Liliana Picciotto (responsabile ricerche storiche della Fondazione Cdec e consigliere UCEI), Micaela Procaccia (dirigente della Direzione generale per gli archivi del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) e Susan Zuccotti (Centro Primo Levi, New York).
“Stiamo vagliando documenti che vengono da diverse fonti e vogliamo raggiungere la massima certezza. Stiamo cercando documenti a Fiume, a Trieste, e negli archivi romani, spulciando letteralmente le testimonianze, scritte o in video, raccolte da vari istituti in Italia e all’estero” spiegava nell’intervista lo studioso testimoniando, con queste parole, quale sia l’intensità e la profondità dell’impegno profuso. Sempre all’Adnkronos Sarfatti aveva precedentemente puntualizzato: “La commissione non è tenuta a dare alcun tipo di giudizio etico-morale sulla persona Palatucci. Siamo una commissione di storici e archivisti, ciascuno con approccio diverso. Ci interessa fare il punto su ciò che viene fuori dalla carte e dalla ricostruzioni storiche. Non dobbiamo giudicare ma ricostruire, nella misura in cui è possibile”.
(10 giugno 2014)