Fondazione Beni Culturali Ebraici – La riscoperta di artiste del ‘900

Dario Disegni Giulia MafaiPittura e scultura come segno di emancipazione. Espressione libera del proprio io di donne che “nonostante i pregiudizi dell’epoca, non accettarono di essere delle gregarie, si sporcarono per così dire le mani come i loro colleghi uomini e difesero la propria produzione”, sottolineava Marina Bakos, curatrice assieme a Olga Melasecchi e Federica Pirani, della mostra Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica, esposta alla Galleria di Arte Moderna di Roma. Le parole della Bakos, assieme a quelle del presidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni (nell’immagine mentre commenta nel corso della mostra un quadro con Giulia Mafai, figlia dell’artista Antonietta Raphaël) e del sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce, hanno dato avvio, in un chiostro della Gam gremito, all’inaugurazione della mostra, che rimarrà aperta fino al 5 ottobre. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione assieme a Roma Capitale, assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e al Museo Ebraico di Roma. Tra gli enti che hanno contribuito alla realizzazione di questa mostra di caratura internazionale, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“Queste donne hanno segnato con il loro valore e la loro professionalità il Novecento artistico italiano e questa mostra rende loro il giusto tributo, riaccendendo i riflettori sui loro straordinari lavori”, ricordava ieri in apertura Dario Disegni, sottolineando l’impegno della Fondazione nella promozione e tutela di patrimoni culturali legati al mondo ebraico di cui le centocinquanta opere esposte alla Gam sono un significativo esempio.
Quindici pittrici – alcune anche scultrici – capaci di dare vita a un’esposizione originale, un viaggio su tre piani lungo le loro storie personali, abilità artistiche, desiderio di sperimentare. Tra queste possiamo citare Paola Levi Montalcini, pittrice di grande valore, rimasta però intrappolata nell’ombra della gemella Rita, celebre premio Nobel.
Più nota tra le donne in mostra Antonietta Raphael, che nel 1961 dipinse Ritratto di Baldina e Pulcina, il ritratto di un’amica con la figlia. E tra le persone soffermatesi a guardare quel quadro anche chi di quel quadro è una delle protagoniste: la professoressa Silvia Berti, la bambina dalla chioma bionda ritratta da Raphael. Intrecci di vita e di arte, che caratterizzano tutte le artiste presenti, da Eva Fischer – una delle due artiste viventi selezionate insieme a Silvana Weiller – a Corinna e Olga Modigliani o ancora Amalia Goldmann Besso e Pierina Levi. Tutte parte integrante del panorama artistico italiano dello scorso secolo, con una particolare attenzione alla dimensione romana. Una narrazione visuale ma che si accompagna ad avvincenti biografie: l’originalità delle quindici donne risulta infatti sia dalla loro opera sia dalle vicende, amicizie, viaggi che ne segnarono la vita. Ad unirle poi il medesimo retaggio culturale e identitario, quello ebraico, vissuto da ciascuna con una declinazione diversa.

Daniel Reichel

(12 giugno 2014)