Tra arte e identità ebraica
Inaugurata alla Galleria d’Arte Moderna di Roma la mostra Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica realizzata in partnership da Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Museo ebraico di Roma. In esposizione 150 opere di 15 artiste provenienti da collezioni private, eredi, fondazioni ed enti, che si aggiungono a un nucleo di lavori appartenenti alla collezione della galleria. Sul Corriere della sera Edoardo Sassi scrive: “Di ciascuna verrebbe la voglia di raccontare la biografia: vite non di rado affascinanti, avventurose, perfino pionieristiche. Molte di loro appartennero all’intellighenzia del tempo e all’aristocrazia del pensiero. E comunque tutte, di certo, ebbero tre tratti in comune: l’essere donne, l’essere artiste e l’essere ebree”. Una presentazione anche sulle pagine romane del Corriere dello sport in cui si riconoscono i meriti delle 15 artiste che, si legge, “sfidando il pregiudizio, tanto infondato quanto radicato che l’uomo sia il solo depositario della vera professionalità, dimostrano che non hanno esitato nell’assumere con la massima competenza iniziative di primo piano sulla scena culturale e artistica italiana, affermando non solo la loro esistenza ma valorizzando anche la vita culturale del nostro paese”.
Nelle stesse ore l’inaugurazione, alla Casa della Memoria e della Storia, di una mostra sui combattenti della Brigata Ebraica dal titolo “Attraverso il Mediterraneo per la libertà” organizzata nell’ambito dei festeggiamenti per il 70esimo anniversario della liberazione della città dal nazifascismo. Sul Corriere Roma una breve spiegazione dell’evento con richiamo alla fotogallery pubblicata sul sito del quotidiano.
In Medio Oriente sembra intanto sempre più inarrestabile l’offensiva degli estremisti dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” (Isis), milizia sunnita attiva anche in Siria e, scrive Lorenzo Cremonesi sul Corriere, “lanciata nella guerra totale contro il governo del premier sciita iracheno Nouri al Maliki”. Dopo la conquista di Mosul e Ninive, a cadere sotto i colpi della milizia è anche Tikrit, città natale dell’ex rais Saddam Hussein. Alcune centinaia di migliaia i civili in fuga dai luoghi del conflitto. Tra gli altri si teme per la sorte dei cittadini cristiani. Un jihadistan che va da Siria a Iraq, questo l’inquietante scenario evocato nell’analisi geopolitica di Renzo Guolo su Repubblica.
Sul Foglio Giulio Meotti attacca Shimon Peres elencando una serie di suoi presunti fallimenti diplomatici e politici e al tempo stesso ne tesse le lodi per aver dotato lo Stato di Israele di un armamento nucleare. “La fede di Ben Gurion nella deterrenza atomica – scrive Meotti – era legata al sogno del completo rovesciamento di ruolo dell’ebreo perseguitato che vuole diventare padrone del proprio destino anche tramite l’azione della scienza e la forza delle scelte tecnologiche. Peres realizzò quel sogno”. Grave e fuorviante la titolazione del pezzo: “Peres non ha regalato a Israele la pace, ma qualcosa di meglio: l’atomica”.
“Il vostro impegno ha rappresentato l’immagine più bella del calcio italiano e deve dare a tutti la forza per combattere con sempre maggiore energia e determinazione la violenza e il razzismo”. È quanto scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato agli Azzurri di Prandelli in vista del prossimo esordio mondiale (Gazzetta dello Sport).
Adam Smulevich @asmulevichmoked
(12 giugno 2014)