…Prandelli

Molti pensano che gli ebrei siano gente diversa perché si occupano tutto il tempo e solamente di Shoah, di spiritualità, di territori e di antisemitismo. Invece gli ebrei sono persone come tutti gli altri, e seguono anche loro il mondiale. E quindi quelli che vivono in Italia hanno condiviso la delusione di tutti gli italiani per l’eliminazione degli azzurri. Una delle spiegazioni delle debolezze della nazionale potrebbe essere che dei circa 400 professionisti che giocano in Serie A, la grande maggioranza sono stranieri mentre gli italiani che giocano all’estero sono pochi. La squadra nazionale, dunque, pesca da un bacino di talenti estremamente ridotto. E poi ci sono tante altre spiegazioni, ma alla fine sembra che in Italia si siano persi i fondamenti del gioco del calcio che, ricordiamolo, è un gioco di squadra che si pratica correndo molto e segnando molti gol, come dimostrano le non eccezionali ma vincenti nazionali latinoamericane. In questo quadro abbastanza desolante, vogliamo esprimere una parola di caloroso apprezzamento verso l’allenatore dimissionario Cesare Prandelli che negli anni del suo mandato si è rivelato non solamente maestro di educazione fisica ma semmai educatore in senso più ampio, sensibile ai contenuti umani e alle problematiche civili della società di cui il gioco è parte integrante. Sono, queste, qualità rare nel contesto spesso rude e cinico dell’ambiente dello sport in Italia e nel mondo, e noi salutiamo chi ha dimostrato di possederle.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(26 giugno 2014)