#EyalGiladNaftali: no al silenzio

rassegna#EyalGiladNaftali. Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo ripercorre la vicenda del rapimento dei tre ragazzini israeliani nell’area di Gush Etzion e sottolinea la necessità di rompere il silenzio. “Qualche potente ombra politica si sta muovendo con una discrezione ritenuta indispensabile? Fatemi dire che lo spero. Ma se la diplomazia può vantare il dovere del silenzio, non è il caso dei media – spiega – Ci sono decine di qualificati corrispondenti nell’area. E ci sono decine di personaggi, nei territori e fuori che dovrebbero essere lo Stato palestinese, che forse hanno interesse a farsi conoscere. Non vorrà qualcuno tentare inchieste e interviste, visite e contatti per squarciare il buio, rendere meno rigida la solitudine di Israele, ma anche avere commenti e risposte dirette, personali, basati sui contatti creati dal lavoro sul posto? Non vorrà qualcuno di coloro che fa sapere di tanto in tanto, con qualche accusa in più a Israele, di essere al lavoro in Palestina, cercare nel buio un contatto che potrebbe aprire in qualche punto un varco di pace?”.
Il Wall Street Journal pubblica un forte intervento del Ministro israeliano Tzipi Livni, delegato ai negoziati di pace, che sottolinea il terribile risultato del permettere a un gruppo terrorista come Hamas di entrare nel processo elettorale in un meccanismo che al di là della superficialità non può essere in alcun modo considerato democratico.
Sul Giornale, Fiamma Nirenstein riferisce degli stipendi che l’Autorità nazionale palestinese garantisce ai detenuti nelle carceri israeliane. “Questo costume, sia per l’entità sia per i criteri, stupisce e spaventa. Il ministero per i Prigionieri fra il 2011 e il 2012 ha trasferito un miliardo di shekel, ovvero 150 milioni di dollari a palestinesi imprigionati e alle loro famiglie. I singoli prigionieri ricevono mensilmente uno stipendio che arriva fino a 3.500 dollari, cifra molto significativa. Secondo i dati presentati dall’ufficio di Netanyahu, il governo di Ramallah codifica lo stipendio secondo gli anni cui un prigioniero è condannato. Bisogna pensare che in maggioranza non si tratta di crimini comuni, ma di attacchi terroristi, tentativi di rapimenti, bombe”.

I principali paesi europei sarebbero pronti a pubblicare le linee guida indirizzate agli imprenditori per implementare il boicottaggio economico degli insediamenti, dopo il documento promulgato a livello centrale UE un anno fa e poi rimasto sospeso per non interferire con i negoziati di pace promossi dal segretario di Stato americano John Kerry.
“Con un formale ‘avvertimento’ l’Italia suggerisce ai connazionali di ‘non impegnarsi in attività finanziarie e investimenti’ negli insediamenti israeliani in Cisgiordania compiendo un passo ‘in sintonia con altri Paesi europei’ a cominciare dalla Francia. A farlo sapere è il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, parlando di ‘implementazione tecnica di una scelta politica fatta in precedenza’ in occasione del Consiglio Europeo del dicembre 2012” scrive Maurizio Molinari sulla Stampa, che annuncia anche una visita di Mogherini in Israele e Territori a luglio.
“Il governo di Benjamin Netanyahu ha reagito chiedendo ai suoi ambasciatori di intervenire nelle nazioni più esitanti. I diplomatici hanno il compito di far notare come l’iniziativa coincida con il rapimento dei tre ragazzi in Cisgiordania: ieri sono stati diffusi i nomi dei due palestinesi sospettati del sequestro e i loro legami con il movimento fondamentalista” sottolinea sul Corriere Davide Frattini.

“Un atto di violenza senza precedenti per la città, che ha segnato per sempre la vita delle famiglie delle vittime e della comunità belga e internazionale. Ma soprattutto un gesto che ha inferto una ferita indelebile ai valori di democrazia e di rispetto della dignità della persona che stanno a fondamento del progetto europeo, per la difesa dei quali serve ancora, e servirà sempre, che tutte le forze politiche europeiste, S&D in testa, tengano alta la guardia, specie alla vigilia dell’avvio di una configura-alone parlamentare che include istanze xenofobe e razziste”. Così scrive sull’Unità la parlamentare europea PD Silvia Costa, a proposito dell’attentato terrorista al Museo ebraico di Bruxelles dove lo scorso 24 maggio sono state barbaramente uccise quattro persone, raccontando la visita ufficiale della sua delegazione e il confronto con i leader ebraici italiani sul tema.
Dell’antisemitismo diffuso in Europa e soprattutto in Germania, parla l’intellettuale israeliano Tuvia Tenenbom che presenta il suo ultimo libro “Ho dormito nella camera di Hitler” (Bollati Boringhieri) intervistato da Susanna Nirenstein su Repubblica.

Esteri. Sul Corriere Guido Olimpio riferisce della caotica situazione in Iraq e delle convergenze tra Stati Uniti e Iran rispetto alla situazione. Sulla Stampa Maurizio Molinari racconta il rapimento in Siria di 186 bambini curdi allo scopo di addestrarli come kamikaze.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(27 giugno 2014)