Rav Di Segni “lavorare insieme per rifondare la nostra società”

“C’è una cultura che produce degrado, bisogna virare su altri modelli”. Così il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, intervistato da Marco Pasqua sul Messaggero, riflette sulle problematiche sociali e politiche che l’Italia, e non solo, deve affrontare nell’immediato futuro. Lo spunto è la denuncia di papa Bergoglio contro la corruzione e i mali che affliggono la società. “Abbiamo dei valori fondanti che condividiamo – afferma rav Di Segni, rispondendo alla domanda sulla possibilità di avviare un cammino comune tra ebrei e cattolici per modificare il degrado sociale ed economico, che porta a conseguenze tragiche come lo scandalo della prostituzione minorile esploso a Roma qualche mese fa – la dignità della persona, il rifiuto del corpo come oggetto, il rispetto di una crescita sana e la convinzione che tutti dobbiamo impegnarci per guadagnare da vivere. Condividiamo lo stesso allarme del Papa e che possiamo lavorare insieme”. Proprio Bergoglio potrebbe presto visitare la sinagoga della Capitale, come conferma lo stesso rav Di Segni: “stiamo lavorando affinché questa visita avvenga in autunno”.

“È il modo migliore per mantenere in vita la memoria di una persona, una persona speciale come Antonio Manganelli”. Queste le parole commosse del presidente del Senato Piero Grasso in occasione dell’inaugurazione in Israele, presso l’Yitzhak Rabin Park, di una foresta del Keren Kayemet – presente con i propri rappresentanti – per onorare la memoria dell’ex capo della Polizia di Stato, scomparso nella primavera del 2013 (La Stampa). Alla cerimonia ha partecipato anche la vedova Adriana Piancastelli Manganelli. In rappresentanza dell’ebraismo italiano presente il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, oltre al presidente della Comunità di Roma Riccardo Pacifici e una delegazione degli Italkim, la comunità italiana in Israele. L’iniziativa, a cui ha presenziato il capo della Polizia Alessandro Pansa, è stata promossa dall’ambasciata israeliana in Italia, rappresentata dall’ambasciatore a Roma Naor Gilon.

Le milizie estremiste dello Stato Islamico preoccupano profondamente Israele. Su La Stampa Maurizio Molinari analizza l’avanzata in Iraq del movimento jihadista capeggiato da Abu Bakr al Baghdadi, il cui desiderio è la creazione di un Califfato islamico che comprenda anche la Siria. E Israele, afferma Molinari, si prepara a sostenerne l’impatto: “da qui l’annuncio di Netanyahu della costruzione di una ‘barriera anti-islamici da Eilat al Golan’ – scrive il giornalista sul quotidiano torinese – Facendo intendere la debolezza della Giordania. Sono le doglie di un nuovo Medio Oriente, che si sommano a quanto avviene a Gaza dove i continui razzi di Hamas spingono Israele a mettere in preallarme le truppe con il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, che avverte: ‘Potremmo rioccupare tutta la Striscia’”.

Musica, balli, spettacoli teatrali. La Comunità ebraica di Bologna scende in strada e si racconta attraverso Bolonià, un’occasione per “avvicinare la comunità ebraica alla città con i commercianti delle vie coinvolte che si sono resi protagonisti di aperture straordinarie e con vetrine allestite con oggetti che richiamavano appunto la tradizione ebraica”(Il Resto del Carlino).

“Oggi sono qui a Civitella come ministro tedesco. Non riesco a concepire ciò che poté fare il popolo tedesco qui. Sono tedesco. Mi vergogno profondamente, sono sconvolto. Mi inchino dinanzi ai morti”. Le parole, riportate dal Corriere della Sera, del ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier a Civitella Val di Chiana (Arezzo) per i 70 anni dell’eccidio nazista del 29 giugno 1944.

Daniel Reichel

(30 giugno 2014)